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Da Fratelli d’Italia a PDL 3.0: la sfida per l’avvenire

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MAGENTA –  Siccome la politica, tanto più di questi tempi, è marketing, o consentiteci, narrazione, troviamo quanto mai azzeccata la massima – che peraltro vale in tutti i campi -secondo cui l’originale è sempre meglio della copia. 

Facciamo questa breve introduzione per meglio tratteggiare l’analisi che riguarda l’evoluzione anche sul nostro territorio, di Fratelli d’Italia. Il partito di Giorgia Meloni,  si schiera nel blocco dei cosiddetti ‘sovranisti’. Lo dimostra anche l’interessante iniziativa in programma domani sera a Casa Giacobbe organizzata in vista delle ormai prossime elezioni amministrative.

Un’opportunità di approfondimento importante rispetto a quella che un tempo veniva definita l’Europa dei Popoli – così era o doveva essere anche all’inizio del percorso avviato dai padri fondatori dell’Unione Europea – ma anche una vetrina rispetto alle consultazioni del 26 maggio prossimo.  Ma questo secondo aspetto ci interessa relativamente. Da osservatori esterni, ma attenti  al fenomeno Fratelli d’Italia, qui ci interessa più soffermarci su che cosa potrebbe diventare in prospettiva il partito della Destra italiana. Ammesso che oggi in politica valgano ancora le categorie del passato.

E’ fuori di dubbio, infatti, che in questi ultimi mesi stiamo assistendo ad una costante travaso di ex forzisti nelle file di Fratelli d’Italia. Le ragioni sono note e fin troppo chiare: il partito del Cavaliere viene considerato a fine corsa, la linea politica è poco chiara, tanto che ora si punta alla costruzione di un nuovo ‘polo dei moderati’ con Noi con l’Italia, il cui primo test saranno proprio le votazioni per il parlamento europeo, sostanzialmente per cercare di salvare il salvabile.

E Fratelli d’Italia? Da tempo il partito di Giorgia Meloni sta passando all’incasso con il coinvolgimento anche sul nostro territorio di calibri da novanta, che portano con sé, consenso e preferenze (tante).

I esempi più emblematici sono quelli del Senatore Mario Mantovani e dell’On.le Stefano Maullu, europarlamentare di FDI. Quelli di Mantovani e di Maullu sono due casi paradigmatici. Perché ad ogni buon conto e a scanso di equivoci, né il primo, né il secondo possono essere annoverati neanche lontanamente per storia politica e personale tra i cosiddetti  ‘camerati’  termine con il quale – al di là dei formalismi di facciata – qualche ‘nostalgico’ di FDI orgogliosamente si riconosce ancora oggi. 

Inseriamo questa riflessione tanto più guardando la foto scattata qualche giorno fa in piazza Liberazione a Magenta e che qui sotto vi proponiamo. In questa istantanea è fin troppo evidente scorgere personaggi che hanno trascorsi ben diversi: ex socialisti ed ex democristiani transitati per Forza Italia e che ora guardando con curiosità al nuovo progetto politico di Fratelli d’Italia.  E allora? Beh questa è una grande opportunità, se giocata bene, per costruire un soggetto politico nuovo, diverso, un ‘contenitore’ certamente di voti, ma più ancora che poggi su una giusta sintesi delle diverse esperienze che ora stanno confluendo in Fratelli d’Italia.

E’ per questo che, con buona pace, dei sovranismi vari, fermarsi a questo ‘idem sentire’ sarebbe quanto mai limitante. E ci riporta alla considerazione di partenza: l’originale –  in questo caso la Lega di Matteo Salvini che detta l’agenda politica sul tema – sarà sempre meglio della copia.

Diversamente, Fratelli d’Italia ha l’occasione di reinventarsi come una sorta di PDL 3.0. Una formazione politica capace d’intercettare anche quegli elettori di quello che fu il Popolo della Libertà – a giudizio di scrive comunque una delle più grandi intuizioni di Silvio Berlusconi –  e, pertanto, capace di rivolgersi ad elettorato differente e più ampio potenzialmente come bacino, da quello leghista. 

Se FDI saprà giocare al meglio questa partita – con buona pace di qualche ‘nostalgico’ – siamo convinti che potrà gettare le basi per la costruzione di un progetto politico duraturo. Soprattutto capace di andare oltre i consensi e le preferenze del momento. E’ una sfida ambiziosa ma che vale la pena giocare fino in fondo.

F.V.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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