Da sabato la sala consiliare di piazza Roma sarà legata per sempre alla memoria della medaglia d’oro al valore civile Giuseppe Bommarito, appuntato dei carabinieri. Il 13 giugno 1983 era in via Scobar a Palermo con il collega Pietro Morici e insieme facevano la scorta al capitano della Compagnia carabinieri di Monreale Mario D’Aleo. Tutti e tre vennero uccisi dalla mafia.
L’intitolazione all’appuntato dell’Arma è stata votata all’unanimità dal Consiglio comunale. Tutti hanno infatti accolto la proposta dei ragazzi del CCR. L’iniziativa rientra nel programma della “Primavera della legalità” promosso da otto Comuni del sud ovest milanese.
«Giuseppe Bommarito era un uomo semplice, un marito e un padre che ha vissuto le difficoltà dell’emigrazione nell’allora nord industriale – ha spiegato la sindaca Sonia Belloli – ma che non ha mai voluto rinunciare al legame con la sua terra e la sua numerosa famiglia. La sua scelta di diventare carabiniere fu dettata anche dalla volontà di potersi mettere al servizio dell’altro, per difendere con orgoglio le istituzioni contro ogni sopruso e prepotenza. La decisione di intitolare la Sala consiliare a Giuseppe Bommarito è un monito e un esempio per tutti noi, ma soprattutto per i ragazzi, che sono il futuro della nostra comunità».
Il vicesindaco e assessore alla pubblica istruzione Anita Temellini ha presentato le motivazioni della delibera sottoposta al voto del Consiglio, sottolineando che «Il sacrificio di Giuseppe Bommarito è stato onorato da un gruppo di giovani ragazzi, i consiglieri comunali del CCR, che in rappresentanza di tutta la comunità scolastica hanno scelto di celebrare la memoria di un valoroso uomo appartenente all’Arma dei carabinieri, abbracciando con dedizione la sua storia e quella della sorella Francesca, attraverso la lettura del libro “Albicocche e sangue”. Dobbiamo essere fieri dei nostri giovani studenti per la maturità dimostrata in questo gesto simbolico di forte valore educativo, culturale e morale. Bravi ragazzi!».
Micaela Buratti, che coordina il CCR, ha poi spiegato il percorso fatto per arrivare alla proposta di intitolazione che tutti i componenti del Consiglio comunale dei ragazzi hanno illustrato ai presenti.
Alla cerimonia hanno preso parte Francesca e Salvatore Bommarito, rispettivamente sorella e figlio della medaglia d’oro al valor civile. Insieme a loro, la dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo di Zibido San Giacomo, il comandante provinciale dei carabinieri, il responsabile per la Lombardia dell’ANC (Associazione nazionale carabinieri) e un rappresentante dell’associazione Libera.
«Sono orgogliosa di fare parte di questa comunità» ha detto Francesca Bommarito che da circa trent’anni risiede a Zibido San Giacomo. «Ringrazio moltissimo i ragazzi perché saranno il loro impegno e la loro sensibilità a far sì che, forse, un giorno non avremo più bisogno di eroi. Noi familiari delle vittime di mafia abbiamo gettato dei semi, ma se il terreno non è ben preparato, arato con passione e con cura non sempre i fiori attecchiranno, come è invece successo oggi».
Salvatore Bommarito ha voluto ringraziare la sua «seconda famiglia, l’Arma dei Carabinieri e in particolare il generale Luigi Solazzo, per l’affetto che ha sempre dimostrato nei confronti della nostra famiglia». Ha aggiunto poi un aneddoto: «Quando ero adolescente ho iniziato a conoscere la storia di mio padre. Mi capitava spesso di essere arrabbiato con lui perché non comprendevo fino in fondo il motivo della scelta che lo aveva portato all’estremo sacrificio, lasciando soli i suoi figli. Io avevo 9 anni e mio fratello 7 quando è stato ucciso. Però a 50 anni posso dire di essere orgoglioso di mio padre, uomo coraggioso».
La dirigente dell’Istituto comprensivo Antonella Lacapra ha poi ringraziato per il «bellissimo momento che ha consentito un esercizio concreto e prezioso di cittadinanza attiva. Un percorso che ha messo in luce l’importanza dell’educazione alla legalità». Aggiungendo: «Sono esperienze che rimangano nel cuore e nella mente dei nostri ragazzi, che hanno fatto un lungo percorso. Oggi è stato messo un piccolo mattone, ma dovrà continuare». Ha quindi ringraziato l’amministrazione comunale per la possibilità data agli studenti di compiere un gesto così prezioso e importante, cioè dare un titolo «a questa bellissima sala che è un luogo fondamentale per la cittadinanza di Zibido San Giacomo».
L’invito ad immedesimarsi nella vita di Francesca e Salvatore Bommarito e ad apprezzare il tempo che loro dedicano agli altri, come gesto di altruismo, è arrivato dal referente dell’associazione Libera-Milano, Pietro Basile che ha aggiunto: «Momenti come questi, in luoghi come questi e sapendo che si arriva qui perché si è camminato lungo una strada tracciata mettendo insieme la responsabilità degli adulti e la consapevolezza e determinazione di consiglieri così giovani danno valore alla nostra azione».
«Siamo qui – ha detto il generale Nazareno Giovannelli, ispettore regionale Lombardia dell’ANC – perché il nostro dovere è mantenere viva la memoria dei nostri eroi e dei nostri martiri».
Ha concluso il comandante provinciale dei carabinieri di Milano gen. Pierluigi Solazzo: «Partecipare a questo evento ha un grandissimo valore simbolico per l’Arma dei Carabinieri. Un ringraziamento particolare a Francesca e Salvatore che, quasi per caso, ho avuto il piacere di conoscere in Sicilia più di dieci anni fa. In quella terra martoriata, dove molti cittadini onesti e appartenenti alle istituzioni hanno perso la vita».
Al termine della cerimonia, il comandante della stazione di Binasco luogotenente Rodolfo Spinozzi ha letto la preghiera Virgo Fidelis.