TURBIGO – Si torna in aula, anche se con lo spirito dell’Ok Corral, però si torna. A Turbigo è fissato per stasera (ore 21) il secondo Consiglio comunale dopo la netta vittoria (oltre il 60%) di Fabrizio Allevi alle elezioni del 3 e 4 ottobre. E la tensione rimane.
La cronaca della prima seduta è nota: tre consiglieri della maggioranza hanno polemicamente lasciato il Consiglio che si stava svolgendo nell’auditorium comunale, nel momento in cui il sindaco Fabrizio Allevi doveva procedere a comunicare la nomina degli assessori e del vicesindaco e ad attribuire gli incarichi ad alcuni consiglieri comunali. È stato allora che Manila Leoni, Davide Cavaiani e Dante Bolognesi si sono alzati e hanno abbandonato il Consiglio. Una mossa studiata, la loro, come evidente protesta per le deleghe che Allevi intendeva assegnare e cui ha fatto seguito, poco dopo, l’uscita dall’aula anche dei consiglieri di minoranza.
A quel punto, seduta sospesa e riaggiornata. Le diplomazione sono al lavoro, febbrile, per trovare una soluzione. Il nodo sono competenze e ruolo di Manila Leoni, esponente storico del centrodestra turbighese, giunta seconda con 279 preferenze (davanti a lei solo Andrea Azzolin, con 280).
Si tratta, com’è naturale giusto che sia, di tensioni che sono fisiologiche dove ci sono personalità forti e si governa da anni, anzi da decenni.
Il nodo su cui vorremmo riflettere, che nessuno ha affrontato nella discussioni post seduta, è esattamente questo: una ulteriore spaccatura avvicinerebbe la clamorosa ipotesi del voto anticipato, ossia dello scioglimento del nuovo Consiglio appena eletto, il Commissariamento e il voto nella primavera 2022. Tra non meno di otto mesi, dunque.
Sarebbe un vulnus incomprensibile per una delle migliori, se non LA migliore versione del centrodestra di tutto l’est Ticino. Che è vincente a Turbigo dal 2001: prima con Laura Mira Bonomi, poi col decennio di Christian Garavaglia, che chi scrive ha definito (e continuerà sempre a definire) il miglior sindaco di centrodestra nell’est Ticino-
Abile, capace e dal carattere forte. Pertanto analogo a quello di Manila Leoni, col paradosso che chi scrive- conoscendoli bene ed entrambi, da almeno 25 anni- si trova in un evidente imbarazzo. Christian Garavaglia è uno dei migliori prodotti del centrodestra in Lombardia, senza se e senza ma. Manila riscuote e da anni un consenso elevatissimo. La considerazione che magistralmente dettava ai nostri microfoni Sara Bettinelli, sindaco di Inveruno e sempre più leader del centrosinistra nell’est Ticino, è quanto mai azzeccata (anche) in questo frangente: i destini e le ambizioni personali vengono sempre DOPO le ragioni della coalizione e del buon governo.
E allora, se non si arrivasse a una mediazione e a più miti consigli, si spezzerebbe dopo 20 anni la storia di un buon governo che gli elettori di Turbigo hanno sempre premiato con percentuali filo bulgare. Una situazione, peraltro, di evidente imbarazzo per uno dei protagonisti- assieme ai Garavaglia, alle Leoni, alla Marzia Artusi e a molti altri- di questa bella e lunga parentesi politica, ossia Fabrizio Allevi.
La storia (politica) è piena di rotture basate su rancori o aspirazioni personali. Nessuna di quelle storie ha avuto un felice finale. Si è sempre trattato di strappi nocivi, specie per chi ha rotto.
Essendo al cospetto di persone intelligenti, ci pare che la strada della riappacificazione (anche dura e frutto di ulteriori e se del caso piccate discussioni) sia l’unica percorribile.
Non spezzate la corda, ragazzi (e ragazze..). Sarebbe un vulnus impossibile, da recuperare. Pertanto un maleficio. Per tutti.
Fab. Pro.