Il tutto esaurito che venerdì sera ha fatto da cornice in Sala Vetrate è stato il giusto omaggio ad una ‘storia’ di 45 anni, una vicenda umana e culturale di passione per delle vicende solo in apparenza minori.
E’ stata un successo la presentazione del libro Turbigo di Giuseppe Leoni: un volume rieditato e arricchito, frutto di un lavoro iniziato oltre trent’anni fa e oggi aggiornato con gli eventi, i cambiamenti e le storie che hanno segnato l’ultimo trentennio della nostra comunità.
“Desidero ringraziare con sincera gratitudine Giuseppe Leoni per la sua instancabile dedizione e per averci consegnato un’opera così ricca e coinvolgente. Grazie alle sue pagine, Turbigo non è solo un luogo sulla mappa, ma un racconto vivo: fatto di persone, lavoro, fede, paesaggi, trasformazioni e speranze. Un’opera che invita giovani e meno giovani a riscoprire le proprie radici, perché conoscere la propria storia significa guardare al futuro con maggiore consapevolezza.
Un ringraziamento sentito va anche all’Assessorato alla Cultura, all’Assessore e Vice Sindaco Manila Leoni, alla responsabile della Biblioteca Marta Barcaro, al moderatore della serata Fabrizio Provera e a Emanuele Torreggiani, che con il suo intervento ha saputo donare alla serata un’intensità rara”, ha dichiarato il sindaco Fabrizio Allevi.
L’evento, curato con grande passione e la consueta professionalità da Marta Barcaro e Laura Cesareo, è stato impreziosito dalla presenza dell’onorevole Mario Mantovani e dal consigliere regionale Christian Garavaglia.
“La sua riflessione – profonda, poetica e vibrante – ha restituito un’immagine di Turbigo come “Urbe terracquea”, luogo dove la terra e l’acqua si intrecciano in una storia millenaria. Torreggiani ha descritto Giuseppe Leoni mentre parla “contratto d’emozione”, come chi porta dentro un legame così forte con la propria città da rivelarsi quasi un vincolo nuziale:’Ama la Turbigo perché l’aria lo riconosce. Gli è sposa’,
E da questo amore, ha spiegato, nasce la sua scrittura: un “antico alfabeto” che restituisce il senso dell’essere comunità, viandanti che avanzano insieme tra memoria e futuro. Torreggiani ha evocato il silenzio fecondo degli agostiniani scalzi, la fatica delle campagne, le ronge e i rongelli, i suoni delle campane e il pulviscolo di luce che diventa metafora delle nostre vite: fragile, impalpabile, ma capace di custodire una sinfonia di voci, di gioie e dolori, che ancora oggi parlano a chi sa ascoltare.
In questo quadro intenso, Leoni appare come un maestro concertatore che, pagina dopo pagina, dà voce a coloro che furono e sono parte della nostra storia, trasformando la memoria in un patrimonio condiviso”, ha scritto con la consueta grazia Emanuele Torreggiani.
Anche noi diciamo grazie a tutti coloro che hanno contribuito a questa serata: un momento prezioso per celebrare la nostra identità e la nostra storia, che continua a crescere, pagina dopo pagina, insieme a Turbigo. I ‘tuoi vecchi ragazzi’
Grazie, Giuseppe. In alto i cuori!






















