MILANO Trovare uno sportello bancario sta diventando sempre più difficile. Non solo nei piccoli centri o nelle aree montane, ma anche nelle grandi città.
Stando ai risultati che emergono dall’Osservatorio sulla desertificazione bancaria della Fondazione Fiba, il disimpegno delle banche dai territori non è però un fenomeno uniforme e riserva infatti alcune sorprese: a Barletta o a Grosseto è più facile imbattersi in una filiale piuttosto che a Milano o a Roma. L’Osservatorio Fiba ha elaborato un indicatore (Ipd, Indicatore di desertificazione provinciale) che assegna ad ogni provincia italiana un punteggio sulla base della percentuale, calcolata sui rispettivi totali, del numero di comuni senza sportello o con uno sportello, della popolazione residente, delle imprese con sede legale in detti comuni e della relativa superficie. E, sulla base di questo metodo, rileva che al vertice, con lo stesso punteggio, ci sono Barletta-Andria-Trani e Brindisi (Puglia), Grosseto e Pisa (Toscana), Ravenna e Reggio Emilia (Emilia Romagna) e Ragusa (Sicilia). In queste sette province nessun comune è rimasto senza sportelli bancari. Sul secondo gradino ci sono Bari (Puglia) e Livorno (Toscana). Al terzo posto troviamo Mantova (Lombardia), al quarto Siena (Toscana) e Venezia (Veneto), al quinto Modena (Emilia Romagna). Per trovare le grandi città, dove, con l’eccezione di Mps, hanno sede i maggiori gruppi bancari, bisogna scendere alla 16° piazza, occupata da Milano. Trento, sede del gruppo del credito cooperativo Ccb, è 19°. Staccate Roma (34°) e Napoli (41°). Il fondo della graduatoria è occupato da Calabria e Molise. All’ultimo posto, appaiate, Vibo Valentia e Isernia, precedute da Campobasso e Cosenza. Rieti (Lazio), Verbano-Cusio-Ossola (Piemonte), Aosta (Valle d’Aosta), Avellino (Campania), Reggio Calabria e Catanzaro (Calabria) completano il quadro delle dieci province più desertificate. (segue) (Ada/Adnkronos) ISSN 2465 – 1222 22-LUG-23 11:23