Il traffico aereo è finito moltissime volte al centro delle cronache giornalistiche in questi ultimi 2 anni. E spesso per motivi non propriamente positivi. Il biennio 2023-2024 è stato infatti caratterizzato da ritardi da record, cancellazioni improvvise di voli e decine e decine di mancati imbarchi per overbooking. Il 2025 sta confermando, e, se possibile peggiorando, il trend negativo.
Ciò nonostante, il settore nel suo complesso ha superato i livelli di passeggeri pre-pandemia e le prospettive per i prossimi mesi sono decisamente incoraggianti. Ecco cosa prevedono gli esperti e cosa potrebbe cambiare per i passeggeri, anche a livello di diritti e tutele in caso di disservizi delle compagnie.
Le prospettive di crescita del settore
Secondo gli esperti della società americana Bain & Company, la domanda globale nel settore ha raggiunto alla fine dello scorso anno il 103% rispetto al 2019. Cifra destinata a crescere fino al 108% di fine 2025.
Un dato incoraggiante ma non del tutto positivo: il miglioramento c’è ma è molto piccolo e il decennio 2020 potrebbe passare alla storia come il più “lento” nella storia del settore dell’aviazione in termini di crescita.
Questo non significa che il mercato non crescerà. É ancora possibile un’inversione di tendenza grazie ai mercati emergenti dell’Asia.
Nelle previsioni degli analisti nel continente asiatico il traffico intra-regionale dovrebbe crescere del 131% tra il 2019 e il 2040, con la Cina, per cui è previsto un raddoppiamento dei volumi della domanda, a fare da traino.
Molto più contenuta, invece, la crescita nei mercati già consolidati: in Nord America dovrebbe fermarsi al 54%. Sulle rotte tra Europa e Nord America si attesterà su un poco incoraggiante 44%.
Le proposte di modifica al Regolamento CE/261
Le previsioni, quindi, parlano di un aumento delle richieste di voli e, di conseguenza del traffico aereo.
Ma dal punto di vista dei passeggeri c’è una grande incognita: la proposta di modifica al Regolamento CE/261, ovvero al documento che fino a oggi stabiliva i diritti delle vittime dei disservizi del trasporto aereo.
La normativa attuale garantisce un rimborso volo cancellato se la compagnia avvisa della cancellazione con meno di 14 giorni di preavviso, oppure se lo fa con preavviso minore e propone un volo alternativo con orari molto diversi da quello acquistato.
Risarcimento che consiste nel diritto a scegliere tra il rimborso del biglietto, un volo alternativo oppure una nuova prenotazione. E se la scelta ricade sulla sostituzione dell’aereo, come si legge sulle guide di AirHelp, società specializzata in assistenza legale alle vittime dei disservizi, il passeggero ha diritto anche al rimborso del volo cancellato e eventuale compensazione economica che può arrivare a 600 euro, a seconda della lunghezza della tratta.
Con le modifiche proposte dal Consiglio Trasporti UE e attualmente al vaglio degli altri organi comunitari, invece, le compagnie saranno costrette a trovare, in caso di cancellazione, un’alternativa di viaggio ai passeggeri nelle successive 3 ore.
Se non ci riusciranno, i passeggeri avranno diritto a riorganizzarsi in autonomia e potranno richiedere un rimborso fino al 400% del costo del biglietto, con una soglia massima ottenibile di 500 euro.
L’ottimismo di Boeing
Alle previsioni più ottimistiche delle società di analisi, si sono aggiunti recentemente anche alcuni dei principali protagonisti dell’aviazione civile.
È questo il caso di Boeing che ha previsto una richiesta di 43.600 nuovi aerei commerciali nei prossimi 20 anni, grazie ai mercati emergenti, a nuovi investimenti e a reti aeree dinamiche e competitive.
I nuovi mercati arriveranno a rappresentare oltre il 50% della flotta commerciale globale nel 2044, in netto aumento rispetto al quasi 40% del 2024 registrato a fine 2024.
L’ulteriore buona notizia è che quasi la metà dei nuovi aerei venduti andrà a sostituire quelli più vecchi attualmente in servizio, aumentando la sicurezza dei passeggeri e l’efficienza complessiva della flotta globale.
L’allarme ambientale
La crescita prevista in Europa, seppur più contenuta rispetto a quella asiatica, è destinata a far raddoppiare il traffico aereo entro il 2050.
Un raddoppio che richiederà un aumento dei carburanti pari al 59%, in deciso contrasto con gli obiettivi di sostenibilità dell’Unione Europea che ha dichiarato come obiettivo quello di raggiungere le 0 emissioni nette di gas serra da qui a metà secolo.
Queste sono le allarmanti previsioni di Transport & Environment (T&E), la principale organizzazione indipendente europea impegnata nella de-carbonizzazione del trasporto civile. Nell’ultimo report si sottolinea come la crescita del numero di voli porterà al consumo di più di 21,1 milioni di tonnellate di kerosene fossile, una quantità che equivale a quasi 2 miliardi di barili di petrolio annui.
Una crescita insostenibile per il pianeta, sempre più martoriato, e che potrebbe rendere vane le politiche europee di implementazione crescente dei SAF, ovvero dei carburanti sostenibili. C’è il forte rischio che gli e-fuels, attualmente molto più costosi e difficili da produrre, non riusciranno a tenere il passo con la rapida crescita della domanda e della costruzione di nuovi mezzi prevista per i prossimi anni.