Tra scommesse on line e vendo compro oro, il de profundis commerciale di una città

La Via Roma, tempio una volta dello Shopping Magentino, è ormai il simbolo della decadenza del commercio di una città almeno su questo fronte moribonda. Un plauso a chi resiste in una contesto di emergenza totale. L'impotenza di Confcommercio e il Comune fa quel che può...

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C’era una volta la Magenta da vivere o se preferite – in perfetto stile anni Ottanta – la Magenta da bere.

Negli anni ’80/’90 e inizio 2000 il quadrivio composto da Via Roma, Via 4 Giugno, Piazza Liberazione e Via Garibaldi, specie nei sabati pomeriggio, si trasformava in un enorme vasca. Giovani e meno giovani, su è giù con un commercio che andava vele spiegate.

Non dico che in quegli anni bastasse alzare una saracinesca per far soldi, però, Magenta era considerata una città elegante, con il suo appeal, che la portava ad essere realmente il punto d’attrazione per il commercio di un intero territorio.

I giovani senza patente che arrivavano dal circondario, o “scroccavano” il passaggio a mamma e papà, oppure prendevano la corriera per venire a Magenta ….Perchè a Magenta c’era…

Giò oggi chi viene più a Magenta il sabato pomeriggio ??? Saranno cambiati anche i tempi, lo scenario sarà totalmente capovolto, ma fa tristezza vedere una città che a livello commerciale è in ginocchio.

La cartina di tornasole di questa situazione da “encefalo piatto” ci arriva dalle ultime due aperture nella centralissima Via Roma.

La dove una volta c’era la mitica Casa della Scarpa, un nome che ovviamente ai ‘Millenials’ non dirà nulla, è in rampa di lancio un negozio di macchinette on line.
Insomma quei locali dove si entra e non si fa altro che perdere una montagna di soldi…. E lo si scrive senza offesa per chi fa impresa in questo modo, ma noi li chiamiamo i luoghi della disperazione…

D’altronde, che nel nostro Paese ci sia un problema di ludopatia e di disperati che sperano nel colpo di fortuna è ormai cosa notoria. Lo si ribadisce ad ogni piè sospinto in ogni ricerca che poi dà fiato a psicologi, sociologi ect ect.

Ma questo degrado sociale è anche il degrado di una provincia che ormai ha smesso di sognare. Che ha un suo substrato culturale sempre più basso e sempre più triste. Che tira a campare, vecchia e senza troppe aspettative.

Abbiamo sentito e letto l’intervista all’Assessore al commercio Stefania Bonfiglio che fa “melina” dicendo che manca ancora qualche permesso…. Ma le macchine on line carissima Steffy alla fine vinceranno….. apriranno. E il comune poco può fare d’altra parte. Siamo in un Paese libero….. Ma viene da chiedersi se poi il libero mercato, se poi sono queste le “aberrazioni”, sia la soluzione migliore…

In attesa dei giochini on line….. Bingo !!! -tanto per restare in tema – fai poco più di 200/300 metri a piedi e proprio accanto alla Farmacia della Basilica e in fronte alla nostra Cattedrale, ecco il compro e vendo oro….. Anche qui ci mancherebbe nessun biasimo per chi porta avanti una attività più che legittima. Del resto chi fa libera impresa e paga le tasse…. che gli vuoi dire??? E poi se c’è un’offerta e perché c’è una domanda. Semplice.

Ma, permettete, così si consolida l’immagine di una città di poveri Cristi che si vanno a vendere i gioielli di famiglia per pagare le bollette – e qui non ci sarebbe nulla di male perché occorre sempre far di necessità virtù – oppure roba più perversa, si vanno a giocare l’incasso di qualche orologio o collier che magari ha dietro una storia di ricordi e legami importanti …. Beh tutto questo ci mette molta tristezza.

Abbiamo toccato il fondo. E ci deve esser totale consapevolezza anche da parte della nostra Confcommercio che sovente esce con dichiarazioni roboanti, ma che poi deve (dovrebbe) fare i conti con la pochezza di un contesto socio economico sempre più in caduta libera dove incide pochissimo. Colpa loro? Colpa del Comune? Non crediamo. Affatto.

Il dramma è che ci troviamo davanti ad un fenomeno che avanza in modo esponenziale. Condannando all’irrilevanza le nostre Istituzioni. Trovare qualche commerciante imprenditore coraggioso capace di ‘buttarsi’ nella mischia in una situazione del genere, è impresa da titani. Qualcuno c’è ancora per fortuna. A loro, a quelli che hanno alzato la claire negli ultimi mesi va tutto il nostro sostegno

Diciamo bravi, anzi bravissimi a chi resiste con le unghie e coi denti. A quei pochi che ci stanno provando.

Ma al fondo ci rimane una sensazione di frustrazione. Altro che Magenta da bere…. qui il sano e caro commercio di vicinato, che svolgeva una funzione sociale importantissima e faceva di Magenta un vero Polo attrattore , è ormai arrivato all’ammazzacaffè….De profundis.

F.V.

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