Strumenti accordati, voci piene di emozione, smartphone accesi a riprendere il concerto, mani pronte ad applaudire. E il segreto, forse, sta qui, nel donare tempo e competenze, impegno e dedizione.
“La sociologia e l’antropologia ci insegnano che il dono ricevuto impegna, lega magicamente religiosamente moralmente e giuridicamente chi lo fa e chi lo riceve, indipendentemente dal valore del dono. Il dono non è un gesto banale, scontato, come forse ci insegna la tale moderno, è un vincolo che disegna le nostre relazioni”.
In sintesi: il dono è forza, speranza e umanità. “Chi lo riceve deve rispondere o contraccambiare in qualche modo. Il dono non è un gesto banale o scontato, ma un vincolo che segna le nostre relazioni.
Ognuno ha bisogno di ricevere e la possibilità di domare” Musica e testi sono stati curati dagli indirizzi Musicale e Scienze Umane del liceo Quasimodo.
A medici, pazienti, operatori, amministratori, cittadini, sono giunti gli auguri sottoforma di melodia: una cinquantina di ragazzi diretti dai loro professori hanno proposto classici e reinterpretazioni. Ad introdurre i vari brani musicali e cantati, brevi storie di persone a loro vicine: ragazzi e ragazze, uomini e donne, che hanno donato o ricevuto esperienze che hanno segnato profondamente dentro chi le ha vissute, storie di studenti, volontari, medici, professionisti, educatori, pazienti, perchè “donare è mettersi in gioco”.
“Il dono che ho ricevuto è quello del tempo. Ringrazio il mio donatore”, “ Se credi in ciò che fai devi trovare la forza di andare oltre”, “Fare del bene fa bene”, frasi che toccano il cuore dei presenti e rendono bene il profondo significato della parola dono che diventa gesto.
Una serata di festa e di riflessione, perché ci sono casi in cui anche i social diventano utile strumento di divulgazione delle iniziative delle associazioni o, come, ha sottolineato l’assessore al Welfare Giampiero Chiodini, “le cose belle si fanno insieme”. Tra gli applausi, anche quelli di don Emiliano Redaelli, dieci anni di ministero al servizio della pastorale giovanile della città, tornato per l’occasione ad ascoltare e applaudire i ragazzi, tanti dei quali frequentano l’oratorio.
“Il vero dono non è fare grandi cose ma esserci”, “Non servono grandi gesti, ma le attenzioni che si hanno anche nelle piccole cose”. Significativa l’enorme partecipazione di pubblico che ha riempito la rotonda dell’ospedale al primo piano del Fornaroli significativo del fatto che il prossimo anno sarebbe bello allargare la platea alla cittadinanza tutta.
Buon Natale


















