Oltre 1.500 persone aiutate ogni anno, più di 100 volontari attivi, 30 sono impegnati stabilmente nel “Punto Bimbi” e nel “Guardaroba Adulti”, e ben 14mila borse solidali distribuite nel solo 2024 a oltre 300 beneficiari di diverse etnie. Sono i numeri che raccontano l’impegno concreto del Consiglio Centrale di Rho-Magenta della Società di San Vincenzo De Paoli, una rete silenziosa ma efficace che ogni giorno semina speranza nel territorio.
Tra i punti nevralgici dell’attività solidale, due sedi spiccano per operatività e impatto: il Punto Bimbi in via San Martino – annesso all’oratorio della Basilica di San Martino Vescovo, guidata da don Emiliano Redaelli – e il Guardaroba Adulti in via Santa Crescenza, aperto dal lunedì al venerdì.
Nel primo, i volontari della Conferenza San Martino offrono abbigliamento, giochi e articoli per l’infanzia alle famiglie in difficoltà. Il secondo fornisce vestiario e materiale per la casa agli adulti più fragili.
“È un lavoro che richiede attenzione e rispetto – spiega Gabriella Cellamare, vicepresidente del Consiglio Centrale –. I capi vengono selezionati con cura per stagione, taglia e genere. Non distribuiamo solo vestiti: restituiamo dignità a chi li riceve”.
Giovani protagonisti inaspettati
In un contesto spesso critico verso le nuove generazioni, l’esperienza di Rho-Magenta racconta una storia diversa: una decina di adolescenti dell’oratorio San Martino ha scelto di mettersi in gioco, affiancando i volontari adulti nella preparazione delle borse solidali.
“I ragazzi hanno mostrato attenzione, empatia e sensibilità – osserva ancora Cellamare –. Quando si sentono ascoltati e valorizzati, rispondono con una profondità sorprendente”.
Due o tre volte all’anno, tornano insieme ai loro educatori per dare una mano. La solidarietà è diventata per loro parte della crescita.
“È stato bello fare qualcosa per gli altri. A settembre porterò i miei vestiti inutilizzati… e tornerò ad aiutare”, ha detto una delle ragazze al termine di un pomeriggio di volontariato.
In un’epoca segnata da stimoli continui e un individualismo crescente, questi giovani hanno scelto consapevolmente di fermarsi, osservare la realtà che li circonda e offrire il proprio contributo. Un gesto libero da valorizzare e accompagnare nel percorso di crescita di ciascuno di loro.
In un’epoca fatta di stimoli superficiali, questi giovani hanno scelto di fermarsi, ascoltare e agire. Senza obblighi, ma con una spontaneità che sorprende.
“È stata una lezione anche per noi adulti”, confessa Cellamare.
Tra generazioni diverse, accomunate da un unico proposito – esserci dove c’è bisogno – prende forma un volontariato vivo, autentico, contagioso.
“In un tempo in cui coinvolgere i giovani nel volontariato è sempre più difficile, esperienze come questa sono semi preziosi”, sottolineano i volontari della Conferenza San Martino. “Sono la prova che un futuro diverso è possibile, fatto di incontro, solidarietà e corresponsabilità”.
Una frase raccolta da uno dei ragazzi vale più di mille statistiche:
“Quando saremo grandi diventeremo volontari della San Vincenzo De Paoli. Non dimenticheremo queste esperienze!”.
“Eh sì – sorride Cellamare – possiamo dire con gioia che questi giovani sono decisamente controcorrente”.
L’iniziativa verrà riproposta nel corso dell’anno, con i giovani ancora protagonisti: “Speriamo che crescano di numero e si contagino tra loro nel servizio a questa grande opera di bene”, è l’auspicio dei volontari della Conferenza. Perché il volontariato non è solo un atto di generosità, ma un investimento concreto nel futuro della comunità, capace di formare cittadini responsabili, solidali e attenti al bene comune. “E quando nasce dal cuore dei più giovani, non è solo aiuto: è una scintilla che accende speranza, costruisce legami e semina futuro”, afferma Gabriella Cellamare.
Un presidio stabile per il territorio
Il Consiglio Centrale di Rho-Magenta promuove numerose iniziative solidali e progetti a sostegno dei bisogni locali. I suoi oltre 100 volontari, distribuiti nelle 8 Conferenze presenti sul territorio, ogni giorno si impegnano per contrastare povertà e marginalità.
“Il nostro compito è esserci quando arriva un grido d’aiuto – conclude Cellamare –. E intervenire in silenzio, con dignità e amore, per accompagnare chi soffre verso una condizione di maggiore serenità”.