Scuola: nove giovani su dieci chiedono l’educazione sessuale

I giovani dimostrano di avere le idee molto chiare: 9 su 10 richiedono l’introduzione dell’educazione sessuale a scuola, desiderando affrontare temi come informazioni sulle IST e sulla protezione (54%), sul consenso nelle relazioni affettive (48%) in modo costruttivo

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Nei giorni in cui la Camera dei Deputati vota il Disegno di Legge presentato dal Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara relativo alle Disposizioni in materia di consenso informato in ambito scolastico, è tornato al centro del dibattito pubblico il tema dell’educazione affettiva e sessuale nelle scuole.

I giovani in Italia dimostrano di avere le idee molto chiare: 9 su 10 richiedono l’introduzione dell’educazione sessuale a scuola, desiderando affrontare temi come informazioni sulle IST e sulla protezione (54%), sul consenso nelle relazioni affettive (48%) in modo costruttivo e con il supporto di professionisti qualificati. Il 72,2% di essi, infatti, ritiene che medici, psicologi ed esperti del settore siano le figure più idonee a guidare un percorso educativo serio e informato.

A confermarlo sono i dati dell’ormai storico Osservatorio “Giovani e Sessualità” di Durex1, condotto in collaborazione con Skuola.net tra maggio e giugno 2025 su un campione di 15.000 giovani tra gli 11 e i 24 anni, il quale, giunto quest’anno alla sua 8a edizione, ha per la prima volta indagato anche il pensiero dei genitori. Le risposte potranno sorprendere: quasi 8 genitori su 10 (78,6%), infatti, si dichiarano favorevoli all’introduzione di percorsi strutturati di educazione affettiva e sessuale nelle scuole, e addirittura il 45,3% ritiene che tali programmi dovrebbero partire già dalle scuole medie.

Questo interesse nasce, molto probabilmente, dalle preoccupazioni che albergano nei pensieri dei genitori, soprattutto in relazione agli aspetti emotivi e relazionali: il 28,7% teme, infatti, che i propri figli possano vivere relazioni tossiche e il 19,3% è preoccupato per il rischio di violenze sessuali. A seguire, timori legati alle infezioni sessualmente trasmissibili (17,1%) e al mancato uso di metodi contraccettivi (16,3%).

In un contesto, quello italiano, dove il 23,6% dei giovani dichiara di aver avuto il primo rapporto sessuale tra gli 11 e i 14 anni, questi aspetti non vanno sicuramente ignorati, soprattutto considerando che la percentuale di coloro che non parlano di sessualità in famiglia è aumentata del 12% in un solo anno (dal 37% del 2024 al 49% del 2025).

Tra le ragioni: il 46,8% non si sente a proprio agio nell’affrontare questi temi con i genitori mentre, per il 14,5%, si tratta di un vero e proprio tabù.

In assenza di dialogo a scuola o a casa, e con i rapporti sessuali sempre più precoci, le ragazze e i ragazzi ritengono che per informarsi rimanga loro una sola possibilità: internet, con tutti i rischi del caso e trovandosi davanti ad un accesso potenziale a contenuti pornografici.

Il 53,2% dei giovani, attratto dall’anonimato e dalla rapidità, dichiara infatti di cercare online risposte su sessualità e contraccezione, informandosi attraverso contenuti parziali, inappropriati, spesso lesivi e frequentemente scorretti, che in certi casi rischiano di condurre anche a situazioni potenzialmente pericolose per la loro incolumità. Una situazione che porta, soprattutto i giovanissimi, ad affrontare le prime esperienze in modo poco consapevole, con scarse informazioni sul consenso e sul rispetto di sé e degli altri.

I comportamenti a rischio possono poi anche essere legati al sexting: quasi un giovane su due (47,2%) afferma infatti di inviare o ricevere contenuti sessualmente espliciti, con il fenomeno che interessa già il 30% dei ragazzi tra gli 11 e i 13 anni. Queste pratiche, se non gestite con consapevolezza, possono sfociare in situazioni problematiche legate alla condivisione non consensuale di materiale privato: il 46% dei rispondenti dichiara infatti di aver ricevuto immagini o video a sfondo sessuale non richieste, percentuale che raggiunge il 50% tra le ragazze e il 42% nella fascia più giovane (11-13 anni).Proprio il consenso, in questo scenario, rimane un aspetto cruciale anche al di fuori della rete: 1 giovane su 5 ritiene che ci si possa sottrarre a un rapporto sessuale con il partner “solo occasionalmente”, Inoltre, il 40% dei partecipanti considera la gelosia o la possessività eccessiva del partner solo “possibili” segnali di una relazione da limitare, a conferma di una scarsa consapevolezza emotiva.

“Il primo approccio alla sessualità avviene sempre più precocemente e, in assenza di un supporto qualificato, il rischio di esposizione a comportamenti a rischio e dannosi, a infezioni sessualmente trasmissibili e a gravidanze indesiderate è sempre più elevato» ha dichiarato Filippo Nimbi, psicologo, sessuologo clinico e Segretario Generale della European Federation of Sexology.

«Non possiamo lasciare i giovani da soli, non possiamo mettere a rischio la loro salute e serenità, non possiamo mostrare loro che un’alternativa c’è ma non la si vuole cogliere e sperimentare, non possiamo far finta di non essere rimasti tra i pochi in Europa in questa situazione. È fondamentale mostrarci finalmente maturi e dare loro la possibilità di usufruire dell’educazione affettiva e sessuale a scuola, basata sul coinvolgimento di esperti e professionisti qualificati e su un approccio scientifico e inclusivo” ha concluso Nimbi.

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