Potrà essere scarcerato il sindacalista di base di Codogno (Lodi) Gianfranco Bignamini, 69 anni, che era stato arrestato il 26 gennaio scorso e portato in carcere per scontare un cumulo di pene di 4 anni e 6 mesi di reclusione per cinque sentenze di condanna divenute definitive per minaccia a pubblico ufficiale ai danni di un medico in servizio, calunnia, commessa nel Milanese, violenza a pubblico ufficiale a Pavia, e per diffamazione aggravata, per volantini a lui attribuiti nei quali dileggiava esponenti della sanità lodigiana.
Il difensore Stefania Bravi di Piacenza ha ottenuto oggi dal giudice Alice Tettamanti attraverso un incidente di esecuzione, il ricalcolo della pena passando dal criterio del cumulo a quello della continuazione interna in quanto tutti i fatti, accaduti tra il 2018 e il 2020, sono riconducibili all’attività del sindacalista, in particolare nell’ambito della sanità pubblica, e quindi considerabili all’interno di un
“unico disegno criminoso”.
La pena è scesa, così, di 20 mesi: a 2 anni e 10 mesi. Quindi inferiore alla soglia di legge dei 4 anni, al di sopra della quale è inevitabile la carcerazione. Ora è stato, così, preannunciato che verrà presentata istanza alla magistratura di sorveglianza di Reggio Emilia, competente sul carcere di Piacenza in cui Bignamini, per vicinanza con la sua abitazione di Codogno, è detenuto, per ottenere la detenzione domiciliare, anche per motivi di salute. La risposta potrebbe richiedere da poche settimane a qualche mese.
Il sindacalista lodigiano è tuttora imputato in altri procedimenti, principalmente per fatti di diffamazione legati a comunicati o volantinaggi negli ospedali. Era stato particolarmente battagliero nel denunciare quelli che aveva ritenuto criticità anche nel periodo dell’emergenza Covid.