Una sanità “sempre più in crisi”, in Lombardia, con 34.000 addetti in meno da qui al 2038. È la fotografia scattata dal dossier sul personale sanitario della Uil Lombardia, elaborato su dati del Conto Annuale della Ragioneria Generale dello Stato 2023 e del Rapporto Agenas 2024.
Le proiezioni fatte dal sindacato di via Campanini mostrano che entro il 2038 oltre un terzo del personale oggi in servizio uscirà dal sistema: si tratta di più di 34.000 addetti in meno, tra cui quasi 10.000 infermieri, 4.600 medici e circa 4.000 OSS. “Una carenza già drammatica oggi visto che in Lombardia ci sono 3,8 infermieri ogni 1.000 abitanti, contro una media nazionale di 4,6 e una media europea di 8,26. Questo significa che mancano già all’appello almeno 7.800 infermieri solo per allinearci al dato italiano e oltre 44.000 per raggiungere lo standard europeo”, fa sapere il sindacato in una nota.
“Questi numeri – dichiara Salvatore Monteduro, segretario confederale UIL Lombardia – non sono un dato tecnico, ma il segnale di un’emergenza sociale. Il rischio concreto è che ospedali, RSA e servizi territoriali non reggano l’urto di un’ondata di pensionamenti che non sarà compensata dagli ingressi. La prospettiva di perdere migliaia di infermieri e medici in pochi anni significa esporre i cittadini a un peggioramento drammatico della qualità e dei tempi di cura. Non si tratta più di chiedere qualche aggiustamento: serve un piano straordinario regionale di assunzioni, formazione e valorizzazione contrattuale. La sanità lombarda va messa in sicurezza oggi, non domani”. Un ulteriore problema è rappresentato dai percorsi universitari delle professioni sanitarie dove troppo spesso i posti messi a disposizione non vengono coperti o i corsi registrano tassi di abbandono elevati.
Il segno di una professione percepita come poco attrattiva. “Occorre rendere più desiderabile la scelta di queste carriere – continua Monteduro – garantendo condizioni di lavoro dignitose, stipendi adeguati e possibilità di crescita professionale. Senza un’inversione di tendenza, non formeremo il personale che ci serve e non riusciremo a trattenere chi sceglie questo mestiere”.