Salute: in Lombardia oltre 200mila persone con colesterolo LDL non controllato

I dati di pratica clinica confermano una riduzione dei livelli di LDL-c fino al 61,2% con inclisiran

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Le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte in Lombardia, con il 29% dei decessi attribuibili a queste patologie. Tra i fattori di rischio più rilevanti, l’ipercolesterolemia gioca un ruolo determinante, aumentando le probabilità di eventi cardiovascolari gravi come infarto e ictus ischemico. Garantire un controllo efficace dei livelli di colesterolo LDL è quindi essenziale per ridurre il numero di pazienti a rischio.

In questo contesto, il registro spontaneo CHOLINET ha fornito nuove evidenze sull’efficacia e la sicurezza di inclisiran, il farmaco Novartis basato sulla tecnologia dell’RNA interferente (siRNA) con un’elevata affinità per il fegato, all’interno del quale riduce i livelli della proteina PCSK9, responsabile della produzione di colesterolo. La terapia si somministra due volte l’anno[.

“In Lombardia, dove il 29% dei decessi è legato a malattie cardiovascolari e il numero di pazienti con LDL-C non controllato è ancora elevato, questa molecola – che utilizza questa tecnologia per ridurre i livelli di colesterolo LDL nel sangue – rappresenta un’opportunità terapeutica concreta. La possibilità di somministrare il farmaco due volte all’anno – spiega Stefano Carugo, Direttore del Dipartimento Area Cardio-Toraco Vascolare del Policlinico di Milano – può migliorare l’aderenza al trattamento e aiutare i pazienti a raggiungere i target raccomandati, con un impatto significativo sulla prevenzione cardiovascolare”.

LO STUDIO SU OLTRE 650 PAZIENTI DI 31 CENTRI ITALIANI
È italiano lo studio osservazionale2, denominato CHOLINET (CHOLesterol Italian inclisiran NETwork), che è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica “Journal of the American College of Cardiology” (JACC), rappresentando il più grande registro spontaneo di dati (Real World Evidence) finora mai realizzato per questa molecola.

È stato realizzato e condotto da una rete di 31 centri italiani – tra cui il Policlinico di Milano – che hanno messo a sistema i dati di efficacia nella pratica clinica del farmaco. Il registro ha coinvolto 659 pazienti ad alto rischio cardiovascolare con età media di 63 anni.

“Siamo orgogliosi di aver contribuito a questo studio che dimostra come la ricerca italiana possa fare la differenza nella pratica clinica quotidiana. Questi risultati – continua Pasquale Perrone Filardi, Presidente Società Italiana di Cardiologia (SIC) e coordinatore del registro – rappresentano un importante passo avanti nella gestione del colesterolo LDL nei pazienti ad alto rischio cardiovascolare”.

VALORI RIDOTTI OLTRE 60% E ADERENZA AL 96%
Già a 3 mesi di trattamento i pazienti hanno registrato una riduzione significativa dei livelli di colesterolo LDL e l’83% dei pazienti a rischio cardiovascolare elevato ha raggiunto i livelli target di LDL-c. I risultati a 9 mesi hanno riportato un’efficacia maggiore, con una riduzione media del colesterolo LDL del 61,2%. Inoltre, è stato osservato che i pazienti che assumono il SiRNA in combinazione a statina ed ezetimibe hanno una riduzione più significativa del colesterolo LDL. Non solo: i livelli di aderenza sono pari al 96% a 9 mesi di trattamento.

“La possibilità di somministrare il farmaco solo due volte all’anno riduce l’onere della terapia per il paziente – conclude Carugo – portando a un’adesione più costante. Questo ha permesso di ottenere risultati più stabili nel tempo, con una riduzione efficace del colesterolo LDL e un maggior numero di pazienti che raggiunge i target raccomandati.

Inoltre il trattamento è stato assai ben tollerato dai pazienti, fatto molto importante non solo per l’aderenza ma anche per la persistenza alla terapia: più basse sono le LDL significa meno ictus e infarti! La lotta per il controllo delle malattie cardiovascolari si può vincere”.

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