Si rafforza e si amplia il team del Santa Crescenzia dedicato all’ambito della Psicoterapia e della Psichiatria. Il Centro Clinico, del resto, guidato dal dottor Andrea Rocchitelli micro psicanalista, rappresenta un’autentica eccellenza non solo per il nostro territorio.
Da qualche settimana c’è stato un nuovo ‘acquisto’ il dottor Pierluigi Mita un professionista che conosce molto bene il Magentino Abbiatense avendo lavorato per oltre trent’anni tra l’Ospedale Fornaroli di Magenta dove si è occupato in Psichiatria di casi acuti e Abbiategrasso dove dal 2009 ha lavorato nel Centro che ha come suo ‘focus’ specifico le problematiche legate all’alcol e al gioco d’azzardo e poi ne ha assunto il coordinamento fino a pochi mesi fa. Patologie particolarmente presenti e in forte espansione anche nella nostra zona oltre che a livello nazionale.
Da qualche tempo il Dottor Mita, avendo maturato i termini pensionistici con il servizio sanitario nazionale, ha deciso di intraprendere la strada della libera professione. “Per me è stato uno sbocco quasi naturale approdare al Santa Crescenzia – spiega – conoscendo già dei professionisti che vi collaborano come il dottor Giorgio Cerati, che è stato anche il mio Primario a Magenta. Inoltre, la possibilità di interfacciarsi con altri medici, innescando sinergie positive per la cura del paziente è un approccio che oltre a considerare vincente, trovo molto positivo a livello operativo”. Il dottor Mita sarà presente tutti i mercoledì pomeriggio presso il Centro Clinico di Psicoterapia e Psichiatria del Santa Crescenzia.
Entrando nel dettaglio della casistica di cui si occupa nello specifico, troviamo le patologie nevrotiche, l’ansia, la depressione, gli attacchi di panico, i disturbi ossessivi e, più in generale, tutto l’ambito delle nevrosi.
Forte di questa esperienza trentennale in ambito sanitario ha un approccio principalmente di carattere psichiatrico. “E’ importante tracciare una diagnosi e prospettare un trattamento per la cura dei disturbi. Quindi, spesso e volentieri è buona cosa accompagnare la terapia farmacologica con un sostegno di natura psicologica. Da questo punto di vista il poter lavorare in tandem può dare risultati assai significativi”.
E qui emerge ancora il quid in più che un Centro come il Santa Crescenzia può offrire sotto questo aspetto.
Venendo a tracciare uno spaccato dei problemi afferenti la sfera della salute mentale nell’area dell’est Ticino il dottor Mita spiega come molto sia mutato lo scenario dagli anni 90 ad oggi.
“L’utenza è cambiata in modo notevole. Siamo partiti dalle grosse patologie psicotiche cronicizzate, non a caso, questo territorio era un faro in questo senso, con centri dedicati e all’avanguardia per quei tempi come il Ciarletti di Parabiago, per poi arrivare ad uno quadro d’insieme in cui sono diminuite queste grosse patologie e sono aumentati in modo esponenziale i casi di disturbi della personalità.
Situazioni di disagio altrettanto importanti ma meno trattabili a livello farmacologico e anche più sfuggente per certi versi al servizio territoriale. E’ qui – continua il dottor Mita – che si colloca il ruolo del privato. Perché solo con questi Centri dedicati si riesce ad intercettare quel ‘sommerso’ che magari è meno impattante visivamente sulla società, ma che comunque è causa di sofferenza anche notevole nel paziente”.
Una lettura quella del professionista che si lega anche ad un cambiamento dell’humus sociale che compone le comunità del Magentino Abbiatense. “Il processo di urbanizzazione e di avvicinamento alla grande Metropoli inevitabilmente ha portato anche qui una serie di criticità che prima erano tipiche solo di Milano. Questo ha richiesto un cambiamento di strategia per rispondere ai nuovi bisogni, facendo i conti, però, anche con meno risorse a disposizione del pubblico. Basti pensare che il solo CPS di Magenta negli anni ’90 poteva contare su 5 Psichiatri mentre oggi ne sono rimasti solo 2”.
Inevitabile, oltre che quanto mai prezioso, avere realtà come quelle del Santa Crescenzia che si inseriscono nella rete territoriale per ovviare alle carenze del sistema sanitario nazionale.
“Senza contare – puntualizza in chiosa il dottor Mita – la forte trasformazione subita anche dall’area delle dipendenze, dove si è passati dai classici consumatori di alcol e droghe, ad un mix oggi più insidioso e complesso da affrontare, in cui non solo si è abbassata l’età del disagio, ma si sono aggiunte anche dipendenze di natura comportamentale con ricadute significative sulla salute mentale dell’individuo”.