Rozzano: reflui tossici nella fognatura, i Carabinieri Forestali sequestrano azienda galvanica

Smascherato un sistema fraudolento di scarico illegale di acque industriali contenenti metalli pesanti.

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Lo scorso 17 dicembre i Carabinieri Forestali del Nucleo di Milano, coadiuvati dal Nucleo Ambiente della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Milano II Dipartimento – Aliquota Polizia Locale di Milano -, hanno dato esecuzione a provvedimento di sequestro preventivo emesso dal GIP del Tribunale di Milano relativo ad una attività produttiva operante nel settore galvanico (trattamento e rivestimento metalli) nel territorio del comune di Rozzano. Il provvedimento si pone a valle di una articolata attività di indagine, eseguita sotto la direzione della Procura della Repubblica milanese, che ha visto coinvolta anche l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente e l’Ufficio d’Ambito della Città Metropolitana di Milano, dalla cui segnalazione si è originata l’attività investigativa.

Le indagini hanno permesso di accertare un sistema fraudolento di gestione di ingenti quantitativi di reflui industriali, derivanti dall’attività di trattamento galvanico dei metalli, svolta da anni in totale assenza dei titoli autorizzativi e in spregio alle norme di tutela ambientale. Le acque reflue industriali, contenenti sostanze pericolose, ben oltre i limiti di legge, quali Cromo esavalente, Nichel, Rame e Zinco, generate dai trattamenti galvanici, venivano fatte confluire nella rete fognaria pubblica attraverso un sistema non autorizzato di collegamento, bypassando completamente il sistema di trattamento, con grave pregiudizio per l’ambiente e dunque per l’intera comunità.

La normativa prevede che i reflui industriali derivanti dalle attività produttive debbano essere attentamente monitorati e trattati per evitare potenziali contaminazioni delle matrici ambientali.
A maggior ragione se i reflui industriali derivano da un’azienda che si occupa di trattamenti galvanici, dove vengono effettuate delle operazioni come quelle della doratura, nichelatura, cromatura, brunitura, ramatura che utilizzano sostanze estremamente pericolose per l’ambiente.

È stata inoltre accertata l’assenza di un Modello Organizzativo Ambientale, strumento fondamentale per la gestione sostenibile dei processi aziendali sensibili ed è stata ipotizzata la responsabilità amministrativa dell’Ente per l’attività illecita connessa alla gestione dei reflui industriali e dei rifiuti. L’operazione testimonia, ancora una volta, l’attenzione alla tutela dell’ambiente e del territorio e l’importanza del contrasto ai reati ambientali anche attraverso un’azione coordinata tra i diversi soggetti, dediti al controllo e alla prevenzione dei reati ambientali.

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