Ronde anti maranza, nove perquisizioni in Lombardia

Indagato anche il capo e fondatore del gruppo

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Nove perquisizioni sono state eseguite ieri, tra le province di Milano, Pavia, Monza e Brianza e Como, nei confronti di altrettanti cittadini italiani indagati, a vario titolo, per i reati di associazione per delinquere, costituita per realizzare “ronde” punitive nell’ambito di un gruppo denominato ‘Articolo 52’, principalmente nei confronti di cittadini stranieri ritenuti autori di reati, e di istigazione a delinquere.

L’indagine, svolta dalla Digos di Milano e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale Lombardia, è coordinata dalla Procura di Milano.
L’indagine, nata dalle risse e dalle ‘azioni’ postate dalla banda su Instagram e dilagate sui social, ha permesso di ricostruire la struttura del gruppo, composto per lo più da persone di estrema destra residenti nell’Hinterland milanese, che si organizzavano tramite chat di messaggistica istantanea.

Secondo quanto emerso organizzavano sopralluoghi e pianificavano azioni punitive nei confronti di cittadini di origine straniera definiti “maranza”.

Alcuni militanti avevano anche partecipato a presidi contro l’immigrazione e ad uno “indetto dal movimento di estrema destra “Forza Nuova” – precisa la Questura di Milano – contro il degrado e l’immigrazione”.

La finalità del gruppo ‘Articolo 52’ sarebbe stata quella “dare ‘uno scossone’ alle istituzioni”, le quali “non sono in grado di intervenire contro il fenomeno delle bande giovanili di ‘extracomunitari'”. È quanto si legge nel decreto di perquisizione eseguito oggi nell’ambito dell’inchiesta del pm di Milano Alessandro Gobbis per associazione e istigazione a delinquere, che vede indagato, tra gli altri, anche il 49enne Massimiliano Morigerato, ritenuto “capo dell’organizzazione” e “fondatore”.

Il gruppo, che si organizzava “al fine di realizzare ‘ronde’ punitive” nei confronti di stranieri, girava “filmati delle aggressioni”, i quali “venivano dapprima pubblicati sulle piattaforme social, divenendo virali, e poi rivendicati da alcuni esponenti del gruppo stesso”.

A suffragare l’ipotesi dell’associazione, osserva il pm, è proprio “l’organizzazione delle ronde”, il “reclutamento dei partecipanti” e “l’intento di estendere lo schema utilizzato a Milano a vari luoghi d’Italia, come confermato da alcune attività poste in essere in altre città situate fuori dalla Regione Lombardia”.

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