Sold out nella grande sala di Confcommercio a Magenta per ascoltare dal Senatore del territorio le ultime in materia fiscale
MAGENTA – Imprenditori, amministratori locali, commercialisti, rappresentati delle forze dell’ordine: se la grande sala della sede di Confcommercio Magenta e Castano fosse quella di un teatro sarebbe sold out, a fine pomeriggio dello scorso lunedì. Il tema dell’incontro proposto dai vertici di via Volta è di calda attualità: la riforma fiscale il cui macro obiettivo è il rilancio economico e sociale del Paese. A relazionare il presidente della Commissione Finanze e Tesoro, Massimo Garavaglia. Un’occasione da non perdere per riflettere su un intervento governativo epocale, quali furono le riforme tributarie del 1951 e del 1971 e da non perdere anche in virtù della disponibilità del Senatore della Lega a chiarire dubbi, dare risposte, accogliere suggerimenti nel merito, sia seduta stante sia con successivi contatti via mail (Garavaglia lascia il proprio recapito di posta elettronica). “Non è che vengo qui , parlo e non mi vedete più”. L’affermazione suona schietta e non puzza di captatio benevolentiae. In ogni caso, saranno i fatti a parlare.
Circa i principi generali ispiratori del disegno di legge di delega al Governo “siamo tutti d’accordo”, afferma Garavaglia, riferendosi all’urgenza di contrastare “davvero” l’evasione e l’elusione fiscali, di intervenire sulla qualità della legislazione tributaria, di eliminare piccoli tributi e di semplificare l’intero sistema. “Il punto è come arrivarci”, precisa.
Da qui prende l’abbrivio per indicare i contenuti salienti del disegno di legge di delega al Governo per la riforma in oggetto, proposto dal Mef e approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 16 marzo. Il che impegna il Governo a emanare, entro 24 mesi, uno o più decreti legislativi di organica e complessiva revisione del sistema fiscale.
Tenendo l’attenzione della platea per un’ora, qualche minuto in meno a voler essere precisi, il braccio destro di Giancarlo Giorgetti svolge un’ampia panoramica sugli interventi previsti con accenni ad alcuni e riflessioni più estese su altri.
Tra i primi: il necessario riordino dei crediti e agevolazioni fiscali, il freno all’abuso degli interpelli, l’estensione della cedolare secca agli immobili commerciali, rimasta circoscritta al 2019, al fine di limitare il costo degli affitti. Pensando, in piccolo, al nostro centro cittadino, la cosa potrebbe far sperare nella rialzata di qualche saracinesca. E, ancora, revisione dell’Iva, graduale superamento dell’Irap, razionalizzazione dell’imposta di bollo, di quella sulle donazioni, rivalutazione delle disposizioni che regolano il gioco pubblico, per evitarne i rischi. Insomma, tanta la carne al fuoco. Impossibile, anche per questioni di spazio, riferire per filo e per segno l’intero contenuto della disamina dell’ex ministro del Governo Draghi cui nell’eloquio non mancano la chiarezza e il ricorso ad esempi concreti, ma neppure la velocità di un treno. Per venire ai punti “più importanti” su cui sosta: oltre al riassetto delle norme tributarie da raccogliere in testi unici, il bisogno di “dare allo Statuto del contribuente un rango semicostituzionale”; poi la revisione dell’Irpef, “ridurre gli scaglioni, mantenendo la progressività”, l’equità orizzontale, flat tax et cetera.
Abbassamento dell’Ires: da un’aliquota di imposta sui redditi pari al 24% l’obiettivo è di arrivare al 15% per quelle società ed enti che facciano investimenti, assunzioni, interventi di vera certificata innovazione. E’ questo un passo fondamentale per favorire la crescita economica e incrementare la base occupazionale, per promuovere la competitività delle nostre imprese. Al proposito Massimo Garavaglia saluta con favore il raggiunto accordo europeo sulla global minimum tax (aliquota di imposta minima del 15%) per i grandi gruppi multinazionali. Ulteriori sottolineature definite rivoluzionarie dal relatore riguardano l’attuazione del federalismo fiscale e dell’autonomia fiscale degli Enti Territoriali nella gestione dei tributi.
E’poi fondamentale avviare un cambio di mentalità per quanto riguarda gli accertamenti, la riscossione delle tasse: “Si evitino gli accanimenti sugli errori formali, si passi da un fisco repressivo a posteriori a un fisco preventivo, attraverso un sano concordato biennale preventivo con l’Agenzia delle Entrate”. Per quanto riguarda il contenzioso tributario, il Senatore, sottolinea infine la rilevanza di avere ora, grazie all’ex Ministro Marta Cartabia, una Magistratura Tributaria autonoma e professionale, dedicata, non più affidata a giudici onorari. Poi voce alla platea e ai ringraziamenti da parte del presidente dell’Associazione territoriale Luigi Alemani e del segretario Simone Ganzebi.