RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – “A volte il passaggio al bosco, così come concepito da Ernst Jünger,
genera l’effetto opposto di quello originariamente previsto.
Si vorrebbe uscire dal sistema, non farsi irretire (e prendere) dal Leviatano, mantenendo un profilo basso e cercando l’invisibilità.
Ma, complice una intossicazione di funghi e l’ennesimo scempio eco-illogico previsto (guarda tu il caso) proprio sui terreni abitati da quella famiglia (il Parco Eolico Abruzzo, 11 torri eoliche da 6 MW ciascuna, per rendere quei boschi più green) oggi tutti parlano di quella famiglia che, stanca delle catene invisibili della modernità – schermi che ipnotizzano, debiti che strangolano, norme che livellano ogni spirito – ha deciso di varcare la soglia per vivere fuori dal sistema.
Un vero e proprio “passaggio al bosco”, come lo chiamava Ernst Jünger nel suo “Sulle scogliere di marmo”: un ritiro anarchico, una ribellione contro il Titano, quella macchina statale che riduce l’uomo a ingranaggio, la famiglia a contratto sociale, l’anima a statistica.
Ma il Titano non tollera i ribelli: assistenti sociali, verbali, un giudice del Tribunale dei Minori de L’Aquila ha firmato l’ordinanza: “Leso il diritto alle relazioni”, “Rischio igienico, mancanza di scuola regolare, esposizione a pericoli”.
Così, con un dispiegamento di forze dell’ordine degno di un’operazione antiterrorismo, i piccoli sono stati strappati dalle braccia della madre e del padre, caricati su un’auto e spediti in una struttura protetta a Vasto.
La mamma ha potuto seguirli, ma solo per ore contate, dormendo in una stanza separata, come una prigioniera in visita ai propri figli. Al padre è stato concesso di vederli per 5 minuti, con una nota di sadismo che solo un cieco (dentro) non è in grado di riconoscere.
‘Perché il Potere si nutre della sofferenza, e usa i Senz’anima per attuarla’.
Lo abbiamo visto durante l’Operazione Corona: il Titano non tollera dissidenti, non consente a voci diverse di fornire nuove informazioni, distrugge chiunque si opponga alla sua (falsa, narrazione.
Anche questa volta è andata così. Solo che questa volta ‘l’hanno fatta fuori dal vaso’.
I social, non ancora censurati come vorrebbero i burocrati di Bruxelles, hanno dato risalto alla vicenda trasformandola in un caso internazionale.
Lo “stile-Bibbiano” portato avanti da alcuni apparati dello Stato è sulle prime pagine dei quotidiani di tutto il mondo, e nessuna censura potrà placare l’indignazione che si è generata.
La famiglia nel bosco è diventata un simbolo.
La gente si chiede perché questi bambini sono stati strappati alla famiglia, mentre in Italia ci sono migliaia di bambini che vivono in campi rom in condizioni, queste sì, disumane. Perché, sempre in Italia, oltre 6.000 bambine sono vittime della terribile pratica dell’infibulazione e nessuno, nei palazzi della “giustizia”, ha fretta di tutelarle e manda 5 pattuglie a prelevarle, come è stato fatto per la famiglia nel bosco.
Mi sono chiesto come mai questa vicenda susciti in me così tanto interesse. Certamente perché sono padre, e sicuramente perché durante il periodo “pandemico” ho vissuto l’ingiustizia delle restrizioni avendo compreso fin dai primi giorni che si trattava di qualcosa di estremamente malefico, oltre che di organizzato dalle più alte sfere del potere.
Poi perché sono umano, e come tale provo empatia per chi viene vessato da gente arrogante.
Eppure c’è un altro livello: la famiglia nel bosco potremmo essere tu, io, noi. Perché la libertà di condurre la propria vita (laddove non si va a ledere quella altrui) come si sente e si desidera è messa a serio rischio da un apparato onnipresente e intrusivo, un panopticon che vuole determinare i pensieri, le emozioni e le scelte di ognuno per recintarle all’interno di un mondo alla “1984”.
Andrea Fredi
Andrea Fredi (1974), coach, formatore e ricercatore nel panorama italiano delle moderne Tecniche Energetiche, contribuisce alla diffusione di metodi di consapevolezza e di auto-aiuto, tra i quali la più conosciuta è certamente EFT (Emotional Freedom Techniques).




















