Il livello della Sanità pubblica, anche quella della presunta eccellenza lombarda, e’ ormai ridotto ai minimi termini. Non pensiamo di aver fatto una nuova scoperta, però, la storia che vi stiamo per raccontare, denota il degrado in cui è caduto il nostro sistema dell’emergenza urgenza. Una situazione in cui i medici sono a loro volta vittime, ma che è di fatto offensiva dei pazienti e della loro dignità come persone.
Mentre inizio a scrivere manca poco alle 22 di sabato primo febbraio e mio padre è da oltre 12 ore su una branda del PS del Fornaroli. Ha quasi 79 anni, è parkisoniano e stamani ha avuto l’ennesima caduta in casa con successivo collasso pressorio.
In questi casi la chiamata al 118, pur consapevoli che stai per entrare in un girone dantesco, e’ l’unica strada percorribile. Non puoi farne a meno.-
Va detto, onde evitare equivoci, che queste righe non sono certo un atto di accusa verso i bravissimi Volontari del 118 o verso gli addetti del PS.
Ma e’ una denuncia rispetto al punto di non ritorno in cui siamo sprofondati.
Dopo i controlli di rito, gli esami strumentali, la TAC, nel caso di mio padre, serve un cardiologo che metta insieme i pezzi del puzzle….. e così dalle 15 del pomeriggio inizia il pellegrinaggio tra la sala d’aspetto del 118 piena zeppa fino all’inverosimile e la zona interna del PS.
“Quando arriva il Cardiologo? Lo abbiamo già sollecitato ma è solo su in reparto…. “.
Mentre il tempo scorre osservi l’andirivieni del PS, un vero caos in tutti i sensi.
Chi ci lavora e’ messo a dura prova. Già, ma intanto ci sono i malati, loro non hanno colpe, stanno male e vorrebbero essere curati. Ogni poco, incurante dei divieti che diventano elastici usando buon senso e gentilezza, mi sincero delle condizioni di mio padre ed entro nella zona dei degenti. E qui mi guardo anche attorno.
Più che un PS sembra una camerata dove vengono portati i feriti di guerra… la metafora, mi sia concessa, perché alcuni lanciano urla, altri sono dolenti ma il personale è ridotto all’osso e dà il massimo.
E così si fa una ‘certa’ e l’unico cardiologo che c’è in tutto l’Ospedale di Magenta ha smontato…. Sono le 21 e mo’ che facciamo???
C’è un povero cristo (ma anche altri ndr), mio padre, che aspetta un cardiologo da ore, che sta su quella branda da ormai undici ore…. E’ lasciato ovviamente digiuno ma potrebbe bere. Ma nessuno ci ha pensato nella tranche agonistica del PS. Allora ci devo pensare io passando dall’automatico.
Torno al front Office interno del PS. Mi scusi notizie del cardiologo??? “Guardi deve fare il passaggio di consegne quello della notte e dopo il reparto scende…. Bene”.
Anzi, male ma questo è prendere o lasciare. Purtroppo va anche peggio perché se sei in un ospedale così spolpato come il Fornaroli può capitare anche il peggio. Il cardiologo deve gestire un infarto in corso.
“E allora domando al medico del PS questo cosa comporta?” Almeno altre due ore di attesa ma magari potrebbe andar meglio…
Il che significa che un uomo di quasi 79 anni con una serie di problematiche importanti, se andrà bene, sarà visto da un cardiologo attorno alla mezzanotte….. mio padre, a quel punto scalpita, vuole firmare per andarsene.
Già ma allora cosa ci siamo stati a fare qui dalle 9 e mezza della mattinata ? Inizia una delicata fase di diplomazia… si torna in branda in attesa che arrivi il cardiologo che per fortuna si palesa fugacemente (perché deve tornar di corsa in reparto e non è certo colpa sua) dopo le 23.
Morale della favola verbale di dimissioni alle 23.40.
Mi fermo qui perché penso che questo racconto abbia già palesato tutta l’insufficienza del sistema dell’emergenza urgenza del Fornaroli che è fedele specchio di tutto il Paese.
Una indecenza che non è rispettosa del malato ma anche di chi vi lavora in primis.
Il grande malato è il nostro Sistema Sanitario. E questa storia che abbiamo vissuto e abbiamo voluto raccontarvi, certo, non si discosterà da tante altre che si ripetono quotidianamente.
Tanto quasi da non farci più caso. Molti ci hanno fatto il callo. Ma non si può far finta di niente e non indignarsi.
Non è questo il caso di aprire il capitolo delle liste di attesa perché su questo fronte e’ da un pezzo che abbiamo capito che se non paghi e vai nel privato puoi anche morire. Meglio mettersi il cuore in pace. E’ così. Punto.
Ma sull’emergenza urgenza no. Certo in questa giornata abbiamo visto tanta gente arrivare in PS, moltissimi extracomunitari- e’ un dato oggettivo, detto senza polemica alcuna, è la realtà delle cose – che probabilmente, magari anche sprovvisti di un medico di base, si rivolgono al Fornaroli e finiscono per portare al collasso il tutto…
Ma la non appropriatezza di certi accessi non basta a giustificare quello che abbiamo visto e che abbiamo vissuto.
“Benvenuti al PS del Fornaroli, benvenuti all’inferno….”
Non è uno slogan, e’ la realtà, e la colpa non è certo di chi vi lavora e che si fa un mazzo tanto.. Semmai della politica e di chi dovrebbe esser addetto alla programmazione e gestione delle nostre Aziende Sanitarie…
F.V.