Per una vita colonna portante del ‘Fornaroli’ oggi prosegue la sua attività di ecografo presso il Poliambulatorio Santa Crescenzia, dove di recente, è a disposizione dei pazienti una nuova apparecchiatura con liquido di contrasto, in grado di offrire alte performance in termini di prevenzione e diagnosi.
MAGENTA – La storia di ecografo del dottor Marco Mereghetti inizia a metà degli anni ’80 quando viene ‘spedito’ a prender confidenza coi ferri del mestiere presso l’Ospedale San Carlo di Milano. La passione per la materia, la sua sconfinata curiosità nell’apprendere e nel migliorarsi rispetto all’ambito delle nuove conoscenze e innovazioni sono sempre state un suo tratto distintivo. Ancora adesso che potrebbe godersi la sua meritata pensione. Ma lui non ci pensa nemmeno.
E resta in “servizio permanente effettivo” a disposizione del popolazione del Magentino (e non solo) presso quel piccolo (non tanto) ospedale pronto all’uso che sta diventando il Santa Crescenzia diretto dal dottor Andrea Rocchitelli.
“Ho iniziato al ‘Fornaroli’ nel 1982 – ricordato il Nostro veterano – sono partito con il fegato per poi estendere il mio interesse alle strutture superficiali e all’interventistica”. Non è un caso d’altra parte che il dottor Mereghetti sia stato il fondatore della Struttura semplice di Ecografia Interventistica e di Terapia Termoablativa del Fornaroli. Siamo all’inizio del nuovo millennio.
Spieghiamo il significato per i ‘non addetti ai lavori’ come il sottoscritto che scrive. Quando parliamo di Termoablazione ci riferiamo nello specifico alla termoablazione con radio frequenza che permette di bruciare la lesione. E’ una forma curativa che ha dato e continua a dare ottimi risultati sui cosiddetti ‘primitivi’ del fegato.
Agisce con efficacia – ci spiega il medico – anche sui reni, idem dicasi per la tiroide con il focus centrato sui tumori benigni. Anche qui siamo nell’ordine della riduzione del 70%”. Insomma, non certo poca roba.
Indugiamo ancora un poco su questi dati perché danno già da soli la cifra e la statura professionale del dottor Mereghetti. Spesso infatti quando si ha a che fare con un ecografo si pensa solo a chi referta.
Tutto finisce lì. Qui, invece, c’è molto di più nel professionista che elabora una diagnosi e interviene in corso d’opera riducendo di moltissimo i tempi – che sovente si sa – sono tutto quando ci si trova davanti a qualcosa di poco sicuro per la nostra Salute.
Questi interventi mini invasivi che sono partiti dal ‘Fornaroli’ – osserva il dottore Mereghetti – erano decisamente all’avanguardia e hanno permesso a parecchie persone di vedersi cambiata e in meglio la loro qualità della vita.
Si è detto dell’esperienza e delle competenze del professionista ma ora, gioco forza, dobbiamo parlare delle apparecchiature che rappresentano l’altra faccia della medaglia. Certo poi è un po’ come saper guidare una Ferrari senza andare a sbattere. Il che non è roba per tutti.
“Sono molto contento – aggiunge Mereghetti – di poter proseguire la mia esperienza qui al Santa Crescenzia dove già collaboravo da tempo perché ho a disposizione un nuovo ecografo con mezzo di contrasto (esafluoruro di zolfo) che riesce ad amplificare il segnale”.
Questo fa sì di avere un macchinario complementare alla TAC, ma con il grosso vantaggio che lo studio viene effettuato in tempo zero. In altre parole, uno strumento dalle grandi potenzialità, immediato rispetto all’indagine, ma anche più flessibile. Non poco roba, soprattutto se si pensa che ad oggi nel pubblico (almeno a Magenta ndr) una strumentazione del genere non c’è.
“Per certi versi è una macchina provvidenziale – prosegue il professionista – in quanto ti consente di risolvere subito molti dubbi. Specie quando ci troviamo davanti a qualcosa di benigno. Ancor più importante e prezioso per i noduli (per esempio) aventi natura maligna. Qui torno a ripetermi c’è una riduzione dei tempi che può essere vitale”.
Naturalmente, occorre saperle guidare e bene certe ‘fuori serie’ della categoria. E qui si vede il valore aggiunto del clinico. Gli ambiti di applicazione sono vasti. Dal fegato, ai reni per la valutazione di formazioni cistiche. Mentre per quanto riguarda la Tiroide si può sfruttare questo innovativo ecografo solo dopo aver terminato la terapia con radio frequenza.
Altro aspetto importantissimo del nuovo macchinario in dotazione al Santa Crescenzia è la possibilità di adoperarlo anche prima del trattamento per la cura dell’Epatite C.
Di fatto si può procedere alla elastografia epatica, che ha la stessa valenza del Fibroscan epatico.
“Benché – puntualizza il medico – non ci sia ancora una validazione da parte della comunità scientifica, in buona sostanza, e con grande tranquillità, possiamo affermare che fornisce le stesse garanzie”. Così come essenziale è l’utilizzo di questo ecografo di ultima generazione per i controlli periodici post cura.
In chiosa dopo questa ondata di informazioni che ci ha donato (è il caso di dirlo) il dottor Mereghetti verrebbe da domandare qual è il segreto del suo successo professionale.
“Beh io non mi fermo mai, la curiosità e lo stimolo ad allargare le mie conoscenze come dicevo all’inizio dell’intervista è quella che mi muove ancora oggi”. Davvero un fiume in piena
E non è un caso che Mereghetti abbia avuto e abbia pazienti che arrivano da tutto il Nord Italia. Oggi lui è anche Professor a contratto presso la Scuola di specializzazione di Nefrologia dell’Università Statale di Milano. Così come è uno degli artefici della Società Italiana di Ultrasonologia in Medicina e Biologia – SIUMB, dove è Coordinatore del gruppo di studio.
Per il Poliambulatorio Santa Crescenzia e per il territorio è davvero un grande patrimonio da conservare e sfruttare al meglio il nostro Dottor Mereghetti.
Lo trovate in servizio almeno 2/3 giorni alla settimana. Con una competenza, una professionalità, una umanità verso il paziente e una passione da far invidia a molti suoi colleghi che hanno appena iniziato questo percorso professionale così affascinante.
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F.V.