Omicidio di Fiorenza Rancilio: il figlio in stato di fermo al Policlinico di Milano

Il 37enne è accusato dai Carabinieri per la morte della madre, ritrovata ieri mattina dalla domestica

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Nella notte i Carabinieri della Compagnia Duomo hanno fermati Guido Rancilio ritenuto responsabile dell’omicidio della madre 73enne, rinvenuta senza vita ieri mattina presso la sua abitazione in via Crocefisso a Milano. L’uomo e’ attualmente ricoverato presso il Policlinico di Milano dove e’ piantonato in stato di fermo.

Pochi minuti prima della mezzanotte, i carabinieri della Compagnia Duomo l’avevano sottoposto a fermo di polizia giudiziaria. Il 37enne è ritenuto, dai militari, ”responsabile dell’omicidio” della madre 73enne, trovata senza vita in mattinata nella sua abitazione in via Crocefisso a Milano.

A dare l’allarme, ieri, è stata la domestica che, arrivata come ogni giorno per lavorare nell’abitazione, descritta come “immensa” e ben protetta dai sistemi di sorveglianza in uno stabile in cui ci sono diversi uffici, ha fatto fatica ad entrare. Fiorenza era solita, infatti, scendere in un ufficio del palazzo verso le 9-9.30, ma ieri non si era vista. Per la sua assenza si è insospettito anche un parente, che cura gli affari della famiglia, anche perché la 73enne non rispondeva al telefono. Quando, poi, la domestica è riuscita a farsi aprire dal figlio, la terribile scoperta. La signora, che era presidente della fondazione ‘Augusto Rancilio’, dedicata al fratello, architetto di 26 anni vittima di un sequestro nel 1978 e ucciso, era distesa a terra, il corpo coperto e il figlio poco lontano. Era vestita come se dovesse uscire di casa. Secondo le indagini, coordinate dal pm di turno Ilaria Perinu e condotte dai carabinieri della Compagnia Duomo e del Nucleo investigativo, la morte della signora Rancilio risale a questa mattina. In base al sopralluogo e ai primi rilievi non ci sono segni di effrazione, né alle porte né alle finestre. Inoltre, gli inquirenti stanno tentando di individuare l’oggetto usato per uccidere: se ne stanno esaminando alcuni trovati in casa, per appurare la loro compatibilità con le ferite e, dato che non ci sono segni visibili di sangue, se siano stati puliti o meno. Le analisi, comunque, si concentrano su uno di questi oggetti in particolare, che potrebbe essere stato utilizzato dal 35enne.

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