Ndrangheta al nord, coinvolta un’azienda della provincia di Novara

Operazione contro i Gaglianesi

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Ad alcuni degli affiliati al clan dei Gaglianesi, sgominato con l’operazione che ieri mattina ha portato all’arresto di 22 persone, viene contestata anche una lunga serie di truffe commesse tra il 2021 e 2022,commesse sotto la regia di Pietro Procopio, 70enne di Davoli (Cz) ma residente a Catanzaro.

Il meccanismo truffaldino ruotava intorno alla costituzione di una societa’, la Alipadania srl, con sede in Borgo Ticino, provincia di Novara, attraverso la quale erano stati avviati reali e fattivi rapporti commerciali con varie ditte, finche’, dopo aver trattenuto un ingente quantitativo di merce consegnata dai vari fornitori, venivano interrotti i pagamenti e si portava strumentalmente e fraudolentemente la societa’ al fallimento. “Se la visione degli atti potrebbe far ipotizzare una mera ipotesi di crisi imprenditoriale rilevante sul piano civilistico contrattuale, con le dovute ricadute sul piano imprenditoriale – scrive il gip Gilda Romano – la valutazione dell’operato degli indagati dalla genesi della societa’ e dalla delineazione poi della concreta attivita’ imprenditoriale porta a scartare l’ipotesi di una crisi economica come fondamento di quanto accaduto e a riportare al giusto significato le sorti della Alipadania e dei rapporti avviati”.

E’ risultato chiaro – spiega il giudice – che e’ stata concepita la costituzione di “una societa’ vuota e fittizia, pensando a chi potesse rivestire la carica formale di una articolata realta’ di impresa, per poi individuare il settore di azione, ovvero l’apertura di un supermercato che fungesse da soggetto giuridico ordinante i beni di piu’ disparata varieta’, che venivano poi trasportati in Calabria e reimmessi in vendita nelle loro aziende, destreggiandosi fra fatturazioni pilotate, pagamenti posticipati, poi mai effettuati, e poi sviando le richieste dei pagamenti ai primi ritardi”.

Le societa’ risultate creditrici nella procedura concorsuale e vittime di truffa sono infatti le stesse – osserva il gip – che emergono dalle indagini e riscontrate nelle intercettazioni telefoniche ed ambientali.

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