Monferrato on stage: dal 2016 il successo di un territorio fuori dal suo territorio. A cura di Monica Mazzei

"Un metodo di coinvolgere un vasto pubblico che dovrebbe essere imitato, sia a livello artistico ed enogastronomico, come di integrazione a più livelli: è il caso del pubblico non udente, grazie ad un esperimento pioneristico".

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Un metodo di coinvolgere un vasto pubblico che dovrebbe essere imitato, sia a livello artistico ed enogastronomico, come di integrazione a più livelli: è il caso del pubblico non udente, grazie ad un esperimento pioneristico.

L’occasione anche per ricordare i fratelli Baiardi: un marchio italiano conosciuto a livello mondiale.
Si sono svolti poi molti “sotto-eventi”, impossibili da citare tutti; ragion per cui, nell’intervista mi fermerò al “succo del discorso”.

Venti comuni coinvolti anche quest’anno nella manifestazione Monferrato On Stage, che miscela ingredienti come enogastronomia regionale con musica italiana di alto profilo.
Ho sentito al telefono Cristiano Massaia, che ne è l’ideatore e dal 2016, ne ha fatto una degli appuntamenti annuali di punta della Fondazione MOS da lui creata.
Il 31 agosto ci sarà l’ultimo imperdibile appuntamento di una rassegna iniziata a maggio e che ha accompagnato felicemente la popolazione per tutta la bella stagione.

In che modo Monferrato On Stage esalta il territorio nel quale si svolge

Lo esalta grazie a delle manifestazioni che sono a traino musicale ed a compensazione enogastronomica.
Quindi la musica più tutto ciò che è una sensazione, quindi il mangiare e bere, volorizzando un territorio che fino ad oggi era stato poco valorizzato e che è il Monferrato.

È difficile di anno in anno trovare sempre degli spunti nuovi?

Nel 2016 vi è stata la prima edizione, quasi in fase embrionale, poi è cresciuta sino a diventare una fondazione, che ormai è attiva da 3 anni.
Se debbo dire che sia difficile, direi di no: se si impara a scegliere e ci si guarda attorno, si vedono molte più cose di quanto si vedano ad una visione superficiale.

… Per esempio?

Per esempio un’artista astrazionista, uno dei più grandi a livello mondiale, che si chiama Pablo T, un artista pittorico che si è affascinato a questo progetto, e con lui è partita la proiezione delle sue opere in formato digitale, proiettati con la tecnica del video mapping sugli edifici, durante i concerti e le serate enogastronomiche.

Infatti gliene avrei chiesto e adesso che mi ha anticipato, le chiedo dove si è già esibito con questo tipo di installazione.

Da nessuna parte con questo metodo! Solo da noi ha messo in atto questa tecnica di proiezione sulle architetture cittadine.

Poi naturalmente lui ha tutto il suo bagaglio di mostre artistiche con il suo repertorio. Si è esibito a Senigallia, Tokyo, ed in tanti posti a livello mondiale secondo i criteri strettamente legati al mondo della pittura. Noi lo abbiamo fatto cambiando la visione e soprattutto, per dare uno spunto diverso, di conoscenza di tutto ciò che è un contesto storico di questo luogo che è il Monferrato.

Di cosa si occupa di solito la sua Fondazione Mos?

È una fondazione con degli statuti giuridici, che al suo interno ha organi come ad esempio il Consorzio del Barbera, ed il Monferrato ha il più grande consorzio di vini del Piemonte, ha al proprio servizio dei management musicali professionali perché non potevamo più farlo in modo amatoriale. Impiega dei soggetti che si occupano in modo sicuro di impianti ed allestimenti e abbiamo i sindaci dei comuni piemontesi che partecipano. Abbiamo le associazioni del territorio, come quelle che si occupano di sociale per cercare di avere la percezione reale di un contributo professionale di qualunque soggetto che possa essere interessato ad un progetto di questo tipo.

Rispetto alla prima edizione, cosa ne ha decretato in maniera particolare il successo crescente, pensando ad esempio a dei numeri?

In maggior misura abbiamo percepito sicuramente l’aver raccontato questo territorio fuori dal proprio territorio. Era proprio questo l’obiettivo, infatti dalle regioni vicine accorrono molte persone. Quindi le aree di Alessandria, Torino ed Asti.

So che la manifestazione si basa su diverse colonne portanti, come l’integrazione. Cosa significa nello specifico?

L’integrazione si riferisce all’accessibilità. Noi abbiamo fatto un esperimento molto particolare al concerto di Bennato, ovverosia credo sia stato il primo concerto in Italia, realizzato in modo che fosse accessibile e percettibile dai non udenti. Si è snodato il racconto e la traduzione con una signora che si è occupata di questo sul palco, un’artista che fa questo mestiere, e si occupava della traduzione in tempo reale dei testi di Bennato mentre cantava. Impiegheremo questo sistema anche l’anno prossimo con l’attenzione anche ad altri tipi di disabilità.
Sempre a livello di integrazione, abbiamo ad esempio dei ragazzi pakistani che ci aiutano nell’allestimento, loro hanno fatto un percorso iniziando che non sapevano nulla e adesso loro sono dei soggetti importantissimi per lo svolgimento delle serate, perché hanno iniziato lo scorso anno, e quest’anno il contratto è stato loro rinnovato.
La commistione anche tra le culture anche nel lavoro vero è qualche cosa che offre spunti molto particolari.

Tornando ad un discorso di prodotti, cosa significa Monferrato Rural Food

È un esperimento sociale che noi abbiamo fatto lavorando con moltissime Pro Loco dl territorio. All’epoca è stato fatto un percorso con Federico Ferrero che vinse Masterchef nella prima edizione, con questi attori si è ideata un’associazione nuova che si occupa di esibizioni culinarie ed enogastronomiche, sempre con prodotti locali.

Bruno e Silvano Baiardi: perché è importante ricordarli?

È importante perché hanno rappresentato per questo territorio nel mondo, grazie ad un monumento di luci storiche che riproducono le Torri Gemelle, quindi dopo l’11 Settembre, e proprio lì è stato ricreato con delle luci l’effetto che riproduce delle Torri Gemelle. Bruno purtroppo non è più tra noi; ma il fratello Silvano porta ancora avanti questo loro nome e questa loro tradizione: i proprietari ed inventori di questo progetto “Cannon Space” a livello mondiale.

È stata l’azienda che nel mondo ha prodotto il più massimo livello di illuminazione di grandi e vaste superfici, e particolarmente potenti.
Noi, nelle nostre serate, ci portiamo dietro con loro una installazione su dei camion e con dei fari non moderni, puntiamo nei cieli un vulcano di luce che già chi viene da lontano, riesce a notare.

In che modo Monferrato On Stage tratta temi come la violenza sulle donne ed il bullismo?

Sono stati trattati grazie alla collaborazione quest’anno con una band di Torino che ha fatto dei video e ha fatto dei lavori molto particolari su questi temi, e che quest’anno ha curato l’apertura di vari concerti, hanno proiettato i loro video ed è stata un’altra collaborazione interessante finalizzata a sensibilizzare.

Quali sono stati e quali saranno nelle ultime date, gli artisti punte di diamante di questa edizione? Se non erro, l’ultimo appuntamento sarà il 31 agosto…

Il 23 abbiamo avuto Antonella Ruggero quindi una delle voci più particolari che l’Italia abbia avuto; Il 31 avremo Frida Bollani Magoni figlia di Stefano Bollani… E poi abbiamo avuto tantissimi artisti, come Bennato, come Alex Britti, Gabry Ponte, e non mi ricordo nemmeno più tutti i nomi, talmente sono stati numerosi! Nessuna punta di diamante, però: tutti con la loro assoluta importanza. Si è esibito anche Filippo Graziani che ha ricordato musicalmente il padre, e molti altri ancora…
Noi abbiamo fatto delle scelte oculate e logiche. Tutti loro per noi hanno rappresentato un’unicità.

Chi desidera ringraziare per questa edizione?

Innanzitutto, il Monferrato e la sua gente. Tutti i nostri sponsor fedeli da anni. E tutti coloro i quali lavorano a titolo di volontariato e rendono possibile questa manifestazione. Va specificato perché la nostra fondazione non ha scopo di lucro.

L’ultima domanda: ci sono già in ballo idee per l’edizione 2025?

Per ora, l’unica idea è la sopravvivenza all’edizione ancora in corso! (ride). Però noi fantastichiamo parecchio ma sarebbe prematuro per ora accennare all’edizione 2025.

Monica Mazzei
free lance culturale

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