Milano: ferito operaio di edilizia acrobatica, condannata la società

Sanzione di 75mila euro

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I “lavori su fune sono più pericolosi di quelli tradizionali” e possono essere svolti, dunque, “solo per attività di breve durata”, ma in questo caso “erano in corso già da svariate settimane”. E’ questo il principio espresso nella sentenza del Tribunale di Milano che ha condannato la presidente di un’azienda edile e la stessa società nel processo con al centro l’accusa di lesioni gravi ai danni di un operaio, che mentre stava lavorando, con le tecniche della “edilizia acrobatica”, al rifacimento di balconi di un palazzo era stato “improvvisamente colpito al petto ed alla clavicola da una lastra in marmo”.

In particolare, la sesta penale (giudice Alberto Carboni) ha condannato ad un mese, con pena sospesa e non menzione nel casellario giudiziale, la presidente ultranovantenne del cda di Edilizia Acrobatica spa e la stessa società, imputata in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti, ad una sanzione pecuniaria di 75mila euro. Il giudice riconosce, però, nella condanna le attenuanti generiche, anche perché, scrive, “Edilizia Acrobatica è una società leader nel settore dei lavori in sospensione e, nonostante migliaia di cantieri in Italia e nel mondo, quello in esame è il primo infortunio che ha coinvolto un proprio lavoratore”.

Con la sentenza è stato assolto “per non aver commesso il fatto” l’amministratore del condominio, committente dei lavori. Le tecniche dell’edilizia acrobatica non prevedono ponteggi o impalcature, ma solo funi. Mentre l’operaio, “assicurato mediante fune”, si trovava “all’altezza del terzo piano dell’edificio” ed era intento a “procedere alle lavorazioni su un balcone”, il 23 ottobre del 2018, era stato “improvvisamente colpito al petto ed alla clavicola da una lastra in marmo” caduta. E la conseguenza per lui era stata una “malattia con incapacità di attendere alle normali occupazioni per 550 gior

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