Metti un pomeriggio londinese con Fabio Fognini: perle di Bellezza tennistica, a Wimbledon

L'omaggio di Teo Parini all'azzurro, splendido pur nella sconfitta contro Alcaraz

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

Quando il tabellone di Wimbledon ha preso forma, in molti si sono rammaricati per l’esordio impossibile di Fabio Fognini, sorteggiato proprio contro Carlos Alcaraz, il più forte di tutti. Noi di TicinoNotizie.it, invece, tristi lo eravamo decisamente di meno, pregustando l’idea di una possibile partita esplosiva. Non tanto par l’incertezza del risultato, anche se a conti fatti non si è andati nemmeno troppo lontani dal boom, quanto per la quantità di talento contemporaneamente in campo e, in ragione di ciò, per la bellezza alla finestra.

Noi, nel rapporto con lo sport, non siamo mai stati quelli del ‘se’. Nello specifico, se Fognini avesse avuto la testa, se Fognini avesse avuto pazienza, se Fognini si fosse incazzato di meno. Se. Perché ci sono buonissime ragioni per pensare che proprio tutto ciò, che è vero ma solo parzialmente significativo, gli abbia consentito di esplorare traiettorie tennistiche meravigliose. Che è ciò che più ci interessa. Senza vincere quasi nulla – peraltro, dimenticando un Montecarlo e svariati altri tornei (otto) non proprio minori oltre che un best ranking da top ten – come da anni gli si rimprovera ad minchiam. Non essendo ossessionati dalla conta dei quindici, privilegiando gli uomini ai robot e il pennello alla clava, ancora noi possiamo vantarci di essere tifosi del Fogna fin dalla notte dei tempi. Per almeno due motivi che ci inorgogliscono. Il primo è perché Fabio, tolto l’inarrivabile Panatta, rappresenta il miglior talento dedito al tennis che sia nato entro i nostri confini nell’Era Open.

Sì, anche più dell’Innominabile che, a differenza dei suoi beceri tifosi, lo sa benissimo da sé. Il secondo, invece, è perché negli anni che più bui non potessero essere, quelli del pane duro e del buon Sanguinetti capofila azzurro, Fabio ha tenuto in piedi la baracca. Più lo denigravano e più, lui, la maglia azzurra la onorava. Da italiano vero, come avrebbe detto Toto Cutugno, con i vizi e le virtù latine che ci accomunano quando di riffa o di raffa finiamo per dare il meglio. Spaccone fuori, ma con simpatia, quel rapporto diretto con gli dèi, tenerone dentro. Come oggi, all’atto di chiedere la maglia all’avversario, che potrebbe essere suo figlio, per regalarla a Federico che suo figlio lo è davvero e predilige Alcaraz.

Fognini, l’unico italiano che – per bocca di Bertolucci – avrebbe potuto giocare come Agassi, di mezzo volo Fabio è docente universitario, può vantare un dato, ma non è il solo, che attesta ciò che noi andiamo dicendo da sempre, trattasi di un fenomeno vero. Tre volte più bravo di Rafa Nadal sul rosso, quattro in totale, che di partite sulla sua superficie preferita ne ha perse una manciata in tutta la carriera. E che, soprattutto, non avrebbe accettato di perdere manco a rubamazzetto, figuriamoci sguazzando nel mattone tritato. Senza praticamente il servizio, se proprio gli si vuole trovare il deficit più impattante del suo gioco.

Mica la testa, chissenefrega, perché con una battuta almeno da primi cento al mondo, senza reclamare quella di Karlovic, sarebbero state molte le partite avverse che avrebbe finito per incamerare grazie a qualche punto facile in più per le mani. Nonostante la sua gestione immancabilmente naif della contesa e, altresì, così poco redditizia in uno sport psicotico come il tennis.

Oggi, i soliti professori del “chi vince è sempre il più bravo”, turpi epiloghi di Boniperti e anche del wining ugly di Gilbert e sodali, ci diranno che Alcaraz non è poi così avvezzo a partire forte nei tornei e che, appunto, gli capiti spesso di perdere set a casaccio, soprattutto nei primi turni. Non che Fabio, con la pancia da birra in lattina, senza mai piegare le gambe prima di impattarea la pallina manco a sparargli, con in mente mille altre cose più affascinanti della sua disciplina e la bestemmia facile, per quattro ore gli sia stato, se non superiore, almeno alla pari nel gioco e, spesso, capace di confonderne gli oliati pensieri. Così poco abituato, l’epocale Carlitos, a trovare cotanta fantasia allo specchio.

“Questo può giocare fino a cinquant’anni”, ha urlato il murciano al suo angolo dopo l’ennesima magia di Fognini, con il risultato impresso sul tabellone del campo più prestigioso al mondo ancora tutto in bilico. E non si immagina endorsement migliore di questo. Giocatore che spogliato di tutto ciò che va a comporre un tennista, quindi di solo braccio e forse si sbaglia in eccesso perché è stanco pure quello, sa ancora inchiodare Alcaraz alle sue responsabilità; uno che sul prato iconico semmai ce ne fosse uno non ci perde da un secolo. Al punto che un pubblico mediamente preparato come quello londinese trovi il modo di tributare al taggiasco un lungo applauso che purtroppo profuma d’addio. Già, perché non ci sarà più un altro Wimbledon per Fabio che ha deciso di chiudere la carriera al termine di questa stagione. Con l’incontro di oggi che esemplifica alla perfezione i suoi quindici anni di professionismo, spesi con andatura sinusoidale, su è giù per gli antipodi delle montagne russe. Dal disastro alla meraviglia tutto compreso.

Fabio, fosse un calciatore, non sarebbe un Cassano o un Balotelli, come lo dipingono quelli che non la smettono di dare troppa importanza alla sua costanza psichica ballerina. Sarebbe, piuttosto, un Dejan Savicevic, il Genio, benché sia grande tifoso nerazzurro. Uno che in buona disegnava parabole nel cielo di Atene e che, qualora svogliato, riportava la maglia negli spogliatoi senza nemmeno una spiegazzatura.

Fabio, però, questo triplo salto carpiato lo ha ripetuto, e lo ripete, almeno dieci volte a partita. Prima che ritorni la luce di un tennis, il suo, che troppo in fretta comincerà a mancarci maledettamente. Nel bene o nel male, tanto, spesso, si fatica ad ordinare gli addendi.

Che dici, Pascal, ‘sta palla, alla fine, è sulla riga o no?

■ Prima Pagina

Ultim'ora

Altre Storie

Pubblicità

Ultim'ora nazionali

Altre Storie

Pubblicità

contenuti dei partner