Dopo la maxi rissa avvenuta a Mesero, in via I Maggio, pochi giorni fa, alcuni dei coinvolti hanno chiesto di poter chiarire la propria posizione. Li abbiamo incontrati a Magenta, dove vivono due di loro, intenzionati a raccontare la loro versione dei fatti.mSecondo quanto riferiscono, tutto avrebbe avuto origine da tre giovani ospitati dal proprietario dell’appartamento di via I Maggio. A parlarcene è un ragazzo, amico e ospite del padrone di casa e residente regolarmente a Napoli:
“Quei tre sono entrati nell’appartamento poco più di un mese fa, su richiesta di un conoscente. Ma poco dopo il loro arrivo hanno iniziato a creare problemi”, racconta. I tre, che in precedenza avrebbero soggiornato a Milano e successivamente a Trecate, secondo le testimonianze avrebbero avuto comportamenti molesti anche altrove.
“Spesso si ubriacavano e attaccavano briga con la gente”, afferma il giovane, sostenendo che episodi simili si sarebbero verificati anche a Mesero. Arrivato allo scontro con i vicini, il proprietario dell’appartamento avrebbe deciso di parlare con loro: “Non li ha messi subito alla porta – precisa l’intervistato – ma ha spiegato chiaramente i problemi e li ha invitati a cercarsi un altro posto”. Secondo la ricostruzione dei ragazzi incontrati, dopo il confronto con il proprietario i tre sarebbero usciti di casa per poi tornare completamente ubriachi. È in quel momento che sarebbe iniziato il violento litigio che ha coinvolto anche un vicino intervenuto nel tentativo di calmare la situazione. “Abbiamo avuto paura – racconta il giovane – abbiamo chiamato il padrone di casa e anche le persone che vivevano nelle vicinanze si sono trovate, loro malgrado, in mezzo a tutto”. Sul posto sono arrivati due amici da Magenta e successivamente una pattuglia del Radiomobile dei Carabinieri. Il proprietario avrebbe ribadito ai militari la volontà di non ospitare più i tre ragazzi. Dopo un primo intervento, i Carabinieri si sarebbero allontanati, ma – sempre secondo i testimoni – i tre sarebbero tornati circa 40 minuti più tardi.
È allora che, raccontano, la situazione sarebbe degenerata: “Hanno spaccato una bottiglia in testa a una persona che stava buttando l’immondizia e hanno usato qualsiasi oggetto trovassero per scatenare la rissa”. L’intervento delle forze dell’ordine ha poi portato all’arresto di tutti i presenti, compresi i ragazzi che abbiamo incontrato. “Siamo persone perbene, finite in mezzo a problemi non nostri”. La loro amarezza è evidente: “Hanno arrestato anche noi che non c’entravamo nulla – dicono – siamo persone che lavorano. Viviamo in Italia da vent’anni: abbiamo lasciato il nostro paese per costruire qualcosa di meglio, non certo per ritrovarci dentro guai come questi”. Gli sviluppi giudiziari della vicenda faranno chiarezza sulle responsabilità individuali, mentre il racconto dei ragazzi aggiunge un tassello alla ricostruzione di una notte che ha scosso la tranquilla comunità di Mesero.



















