ARCONATE – Ci siamo chiesti diverse volte, in questi anni, se le fortune o la sorte arrisa per tutta la vita a Mario Mantovani- insegnante, imprenditore, politico, lombardo più votato nel 2013, senatore, viceministro e parlamentare europeo- siano l’ideale contraltare non già e non tanto alle sue vicende giudiziarie (non siamo né magistrati, né giuristi né avvocati), ma alla clamorosa disparità di trattamento a lui riservata dai mezzi di informazione.
Nel Paese (lo chiamano così, a noi piacerebbe s’usasse il termine Nazione) in cui la Costituzione pone (o porrebbe) il garantismo come pietra miliare dei rapporti tra cittadino e giustizia.Nel diritto e nella procedura penale, la presunzione di non colpevolezza è il principio secondo cui un imputato è innocente fino a prova contraria. In particolare, l’art. 27, co. 2, della Costituzione afferma che «l’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva». Tale principio risponde a due esigenze fondamentali: affermare la presunzione di innocenza e prevedere la custodia cautelare prima dell’irrevocabilità della sentenza. L’imputato, infatti, non è assimilato al colpevole fino al momento della condanna definitiva. Ciò comporta il divieto di anticipare la pena, recita l’enciclopedia Treccani.
Principio basilare che fa sorridere, se pensiamo ai casi Tortora, Penati, Mastella, Bassolino, ai tempi bui di Tangentopoli (vi siete mai chiesti quale fu la percentuali dei politici indagati e poi assolti, in quegli anni?), dal momento che per certe persone, più di altre, vale la presunzione di colpevolezza.
Una brutalità, di merito e di metodo. Toccata in sorte (plurima) a Mario Mantovani da Arconate, a cui è stata riservata (soprattutto da iene nascoste nel buio) una dose davvero smisurata di Schadenfreude: parola composta formata da Schaden, danno, e Freude, gioia, indica il piacere che si prova di fronte alle sventure che capitano agli altri, il godere delle disgrazie altrui.
E così, nell’ottobre 2015, ‘casualmente’ (fatto sul quale Mantovani ha chiesto a gran voce, per ora invano, di fare chiarezza) alla prime luci dell’alba ci sono persone (e giornalisti) fuori dalla sua abitazione mentre la Guardia di Finanza procede al suo arresto. E come potevano saperlo, stante la segretezza di atti giudiziari quali le custodie cautelari in carcere? Chissà.
Ancor più agghiacciante, ex post, è la CERTEZZA, ad oggi sentenza di Tribunale, che essendo stato Mario Mantovani ASSOLTO dal reato di concussione ai tempi in cui era Viceministro alle Infrastrutture il politico e imprenditore arconatese SI SAREBBE POTUTO RISPARMIARE I SEI MESI DI CARCERE E DI ARRESTI DOMICILIARI.
Vi è poi il secondo capo d’accusa del processo in corso (è stata emessa solo la sentenza di primo grado), ossia la turbativa d’asta nel caso della gara in Lombardia per il trasporto dei dializzati. Due assessori regionali a processo, Mario Mantovani e Massimo Garavaglia, una assoluzione e una condanna: Mantovani. Siccome li conosciamo (bene) entrambi, e sappiamo essere (entrami) persone perbene, confidiamo che nei futuri gradi di giudizio l’assoluzione potrà essere ‘estesa’.
Vi è poi il caso della casa di riposo (conclusa dopo decenni) di Arconate. Rileggiamo quanto scrisse lo stesso Mario Mantovani nel 2019: “Sono stato condannato per abuso d’ufficio in qualità di Sindaco per la Casa degli Anziani per gli Arconatesi ; un’opera solo promessa dai miei predecessori, da me realizzata ed oggi purtroppo ancora chiusa ed inattiva. Sono riusciti a distruggere quello che continuo a ritenere una brillante operazione amministrativa, innovativa, lungimirante e di buon senso, un’opportunità di socialità, lavoro e benessere per tutti. A conti fatti il quadro appare chiaro. Mantovani realizza opere pubbliche per 11 milioni, porta in paese una nuova casa di riposo da oltre 10 milioni e una nuova piazza per 1 milione e 200mila euro. Di contro, il Comune spende 2.400 euro. A corredo, in un’aula del Tribunale di Milano, ora l’Amministrazione di Arconate chiede 2 milioni di euro di danni a Mantovani’.
La casa di riposo di Arconate, al momento, è ancora chiusa.
C’è poi il caso delle sentenze FAVOREVOLI nei procedimenti giudiziari nei quali Mantovani subisce dei sequestri preventivi.
“Nel 2019 il Tribunale del Riesame di Milano ha dato nuovamente ragione a Mario Mantovani sul sequestro PREVENTIVO di villa Clerici a Cuggiono, dopo che la Cassazione aveva già provveduto a ‘rinviare’ la decisione da assumere sul sequestro preventivo avvenuto nel novembre del 2017. Non c’era nulla di ‘fittizio’ nell’uso della villa, dove si svolgono da tempo eventi per anziani e disabili, oltre che di carattere culturale. La VERITA’ è sempre più forte delle dicerie giustizialiste, ed è nemica della fretta e di chi intinge la penna nel rancore”. Lo avete letto, sui giornaloni?
Mantovani dunque NON E’ E NON E’ MAI STATO organico o vicino all’ndrangheta (ma avete sentito: il crimine organizzato!), eppure i giornaloni e i corifei del giustizialismo mica ve l’hanno detto, con gli squilli di tromba che avevano ‘circonfuso’ la notizia dell’indagine.
