Acquistavano beni in Italia e si facevano rimborsare l’Iva partendo da Malpensa per Paesi extra europei, ma in realtà avevano residenze e domicili italiani. Sono 26 i furbetti del tax free pizzicati dai militari della Guardia di Finanza del comando provinciale di Varese che si sono fatti rimborsare complessivamente 140mila euro d’Iva pur non avendo i requisiti necessari per poterlo fare.
L’accusa per tutti è di frode. Altre 35 persone, fortemente sospettate di aver richiesto rimborsi non dovuti, sono state inserite nelle black list del Sistema Otello 2.0.
La normativa nazionale prevede che per l’acquisto di beni destinati all’uso personale o familiare di viaggiatori residenti o domiciliati fuori dall’Ue, possa essere richiesto il rimborso dell’Iva pagata al momento dell’acquisto. Oltre ai requisiti personali dell’acquirente, la legge stabilisce che il bene deve avere un valore non inferiore a 70 euro; deve essere destinato ad uso personale o familiare, senza quindi alcun fine commerciale; l’acquisto deve essere portato fuori dall’Unione Europea entro tre mesi. I 26 coinvolti nell’inchiesta pur non rispettando i requisiti,visto che avevano residenze e domicili in Italia, hanno incassato i rimborsi. Rimediando una denuncia per frode, mentre sono già state avviate tutte le azioni necessarie per il recupero dei rimborsi non dovuti.