“Questa mattina abbiamo la possibilità di fare chiarezza sulla sentenza del Consiglio di Stato. Ieri (lunedì ndr) abbiamo fatto il punto coi nostri uffici e ci siamo confrontati con gli avvocati”.
Così il Sindaco Luca Del Gobbo in apertura di una lunga e appassionata conferenza dedicata in gran parte al recente provvedimento dei Giudici amministrativi di secondo grado in relazione alla questione ribattezzata ‘Moschea’. Anche se seguendo le parole del Primo cittadino e dell’Assessore alla partita Simone Gelli vedremo come la vicenda si sia già di gran lunga ridimensionata. Ma veniamo al lungo excursus tracciato dagli amministratori magentini.
“Il Consiglio di Stato – ha spiegato Del Gobbo fa riferimento ad una istanza del 2020 della associazione Abu Bakar. In un primo momento quell’istanza fu rigettata dal TAR. Ora il Consiglio di Stato ha detto che la risposta va riformulata. Questo è il PGT di Marco Invernizzi, forse, non è stato fatto in modo corretto – ha rimarcato il Primo cittadino – Ora il Comune deve riformulare la risposta rispetto ad una area che nel PGT è a verde e che poteva esser destinata (*ma sta scritto solo tra parentesi) ad area religiosa”.
In altre parole, “un pasticcio vero e proprio” che però secondo la Giunta Del Gobbo avrebbe degli autori ben precisi che non sono certo gli attuali inquilini di Palazzo Formenti.
Il Sindaco anche alla luce dei veementi attacchi dei Dem, in primis del suo segretario cittadino Matteo Di Gregorio non è certo andato per il sottile: “A Magenta c’è un PD molto schizzofrenico, con vecchie figure ormai note che sono tornate come ombre dal passato. E’ un partito Democratico – ha aggiunto Del Gobbo – che fa storia a sé, diverso sia da quello Metropolitano, sia da quello che ho avuto modo di conoscere nei miei anni in Regione Lombardia. Vorrebbero un Sindaco silente e con il bavaglio ma hanno sbagliato di grosso”.
“Attualmente le regole del gioco sono quelle di Invernizzi che ha ‘pasticciato’ all’epoca. Sì sono dette tante cose fuori luogo, qui si tratta di tirar fuori gli elementi come sono: questo PD con questo direttivo mistifica la verità. Lo fa in modo sistematico, pensiamo alle balle sulla scuola nell’area ex ATM”. Così l’affondo del Sindaco. Che ha ribadito gli ottimi e cordiali rapporti con l’Associazione Abu Bakar e il suo primo esponente Munib. “Noi dobbiamo dare una risposta più puntuale e legittima alla associazione Abu Bakar. Lo faremo entro 30 giorni, come prescritto dalla legge e sulla base degli elementi che abbiamo oggi in mano”.
In buona sostanza, diversamente da quanto emerso nelle ore immediatamente successive alla diffusione della notizia, non c’è alcun obbligo da parte del Comune di far costruire una Moschea o peggio ancora cedere l’area alla comunità mussulmana che dovrebbe esser messa in ogni caso a bando. Semmai, quello sì – è la richiesta espressa del Consiglio di Stato – di spiegare in modo preciso la finalità di quell’area che all’interno del PGT Invernizzi obiettivamente è piuttosto contraddittoria.
Da qui le parole dell’Assessore all’Urbanistica Simone Gelli uno dei ‘testimoni’ dell’epoca visto che era Vice Sindaco della Giunta di Chiara Calati.
Or bene, a riguardo va fatto un distinguo importante. Se è pur vero che Gelli e la sua formazione politica sulla vicenda hanno idee piuttosto chiare, è altrettanto vero che tutti rilievi portati oggi in conferenza dall’Assessore del Carroccio sono di natura meramente tecnica.
Anche Gelli ha parlato di ‘grosso pasticcio’. Questo il vero leit motiv della conferenza.
“Partiamo dal fatto che l’area di via Tobagi e’ indicata a verde, dentro ad un PGT, vecchia abitudine della Sinistra, che anche allora arrivo’ sotto elezioni, in piena zona Cesarini”.
“L’Area verde era indicata con una F – ha detto Gelli – ossia con consumo di suolo pari a zero. Poi, bella contraddizione, in una relazione del Piano dei servizi si dice che potrebbe essere utilizzata anche come area religiosa. Ma questo non è un aspetto preminente di questo lotto. E già noterete le contraddizioni di questo bel guazzabuglio… Perché salterebbero tutti i conti di quel PGT… che doveva essere a somma zero …”.
“Noi – sgomberando il campo da dubbi – risponderemo senza se e senza ma, che quella è un’area verde. Nella Legge regionale 31 veniva richiamato il Piano delle attrezzature religiose. Nel PGT questo piano non esiste. Ergo doppia carenza”.
Ma la ‘memoria storica’ di questa ‘querelle’ non si è fermata qui e ha affondato a sua volta il colpo: “Delle due l’una: o e’ stato fatto apposta per dare un colpo al cerchio e uno alla botte…. Oppure pensiamo male, forse sono state spese promesse tanto per…”.
Ma il ragionamento di Gelli è andato avanti anche forte del lavoro che sta portando avanti coi tecnici del comune rispetto al nuovo PGT.
“Ma mettiamo anche che quell’area potesse esser destinata ad area religiosa, manca qualsiasi riferimento alla volumetria. Queste cose andrebbero spiegate bene anche alla comunità mussulmana. Così come il ‘quarto pasticcio’ degli standard che dovrebbero essere rispettati. Qua è tutto astratto in tal senso. In pratica si fa solo filosofia…”. E a riguardo ancora l’Assessore ha portato un esempio assai calzante: “Immaginate se avessimo portato il recente Piano Iper in approvazione, ma senza chiedere i parcheggi o tutto quello che ne consegue. Quale sarebbe stata, giustamente, la reazione dell’opposizione???”.
Ma è il ‘quinto pasticcio’ o meglio quello che questo punto potrebbe riservare, che potrebbe far saltare il banco…
“Stiamo facendo – hanno annunciato Sindaco e Assessore – anche una verifica in punta di Catasto su quell’area per capire se ci sono proprietà private. Perchè quella non è un’area pubblica. Se dovesse essere così, beh, in quel PGT oltre a carenze ci sarebbero errori materiali evidenti. Considerato che non si può certo andare ad espropriare le proprietà di qualcuno… beh il finale pare scontato”. Perché non si possono fare i conti senza l’oste…
Se questa è la descrizione dello ‘stato dei fatti’ ben altro è l’atteggiamento che il Sindaco Del Gobbo intende tenere con la comunità mussulmana. Dialogo e inclusione per l’esponente di Forza Italia, lungo questi binari ci si deve muovere e ci si è già mossi.
“Nel nostro PGT ci sarà il Piano delle attrezzature religiose – ha assicurato Del Gobbo. Come sarà? Aperto a tutti, perché vogliamo essere dialoganti con tutte le confessioni religiose”.
Quanto poi nella fattispecie con il mondo islamico, Del Gobbo porta i fatti di questi ultimi due anni anche grazie al lavoro eccellente di raccordo svolto da Monsignor Giuseppe Marinoni, fino al settembre scorso Prevosto di Magenta.
“Oggi il rapporto è ottimo – ha rimarcato Del Gobbo – e vogliamo proseguire su questa strada. Non è un caso che anche nel piano cimiteriale ci sarà spazio anche per loro”. Qualcuno ha obiettato sul fatto che a proposito del Campo Santo si parli di confessioni ‘a cattoliche’.
Ma qui il Sindaco ha chiarito di nuovo: “Non chiudiamo la porta in faccia a nessuno, tenendo conto anche di quelle che sono le dimensioni attuali del nostro Cimitero”.
Questione ormai arcinota, che il ‘vecchio cronista’ si ricorda essere argomento di discussione in consiglio comunale fin dai primi anni 2000 quando in sella c’era ancora il ‘decano della politica magentina’ Ingegner Tino Viglio, all’epoca Assessore ai Lavori Pubblici.
In attesa della risposta di questa sera a mezzo conferenza dei Dem, la chiosa ancora del Sindaco con consiglio al giovane segretario Dem:
“Ormai lo sappiamo …. ‘E’ sempre colpa di Del Gobbo…’. Però, forse al buon De Gregorio converrebbe farsi spiegare dai suoi ex Sindaci come funzionano le cose. Perché gli insuccessi così come le promesse del PD hanno tutte un marchio di fabbrica preciso. Vogliamo parlare del bando illuminazione di Marco Invernizzi che ci ha lasciato una Magenta a macchia di leopardo? Ne potremmo raccontare tante ma noi alle bugie preferiamo i fatti”.
Fabrizio Valenti