Un progetto che la comunità ha avuto a cuore e che il nuovo parroco definisce ‘Un bene che fa bene’. E’ stato presentato oggi nella casa parrocchiale a Magenta il progetto ‘Al tuo fianco, alleanza oratorio – territorio’ che vede capofila la Comunità Pastorale di Magenta sostenuto da enti, associazioni, mondo della scuola. E’ tra i 50 selezionati dal bando ‘Porte aperte’ di Fondazione Cariplo per potenziare l’offerta educativa rivolta ai giovani. E’ co-finanziato per 58mila euro necessari per portare avanti le attività che si vogliono realizzare. Presenti questa mattina il nuovo parroco don Federico Papini, don Emiliano Redaelli, responsabile pastorale giovanile, Emanuele Contaldo, coordinatore del progetto, Valeria di Bisceglie della cooperativa La Solidarietà e l’assessore a scuole ed educazione Giampiero Chiodini. “Commentando il Vangelo del buon samaritano dicevo che non possiamo stare ad aspettare che gli altri vengano a noi – ha commentato don Federico – il Papa ci dice di essere chiesa in uscita che accoglie. E questo progetto è creativo, esprime amore per gli altri. In questo caso per i più giovani”.
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Un progetto condiviso con l’amministrazione comunale e con il mondo della scuola, oltre che con l’associazionismo. Insomma, con tutto il territorio. “Tra i vari punti ci sono 23 azioni – spiega don Emiliano – tanta roba direi, per usare una terminologia dei nostri giovani”. Tutto per quest’opera meravigliosa che è l’oratorio. Un po’ una casa per molti. Don Federico ricorda i suoi trascorsi a Lonate Pozzolo e quando la sera scendeva sui campi per invitare gli irriducibili a non far tardi. “Chiedevo se avessero una casa perché si era fatto tardi – aggiunge – e i più piccoli rispondevano: ‘Questa è la nostra casa’. Una risposta bellissima. L’oratorio visto come casa dove chi arriva trova chi vuole crescere insieme a lui”. Don Emiliano descrive l’oratorio come un luogo a due polmoni. Percorsi organizzati per i ragazzi che lo frequentano e, sull’altro versante, la prerogativa di essere cortile che accoglie tutti. “Su questo lato, non lo nascondiamo – aggiunge – si fa fatica. I ragazzi che accogliamo nel pomeriggio hanno spesso degli atteggiamenti di sfida. E allora per tenere l’oratorio sempre aperto servono forze ulteriori. E serve ovviamente sempre qualcuno che garantisca delle regole, perché senza regole diventa una giungla”. Il bando offre la possibilità di porre in essere tante azioni grazie ad una rete di enti che vi partecipano. “Mi piace sempre ricordare che la realtà giovanile non è in una situazione così disperata”, precisa don Emiliano.
Emanuele Contaldo entra nel merito dei punti. Il primo mattone è quello della costituzione di una cabina di regia. “L’idea è di sedersi attorno ad un tavolo mettendo al centro i ragazzi e i loro bisogni – spiega – importanti sono le famiglie, i catechisti, gli educatori, gli allenatori. La seconda parte è composta da 11 mattoni e riguarda il potenziamento del dopo scuola per medie e superiori. Vorremmo potenziare il lavoro di rete con le scuole”. Inserire alcuni ragazzi in PCTO (ex alternanza scuola – lavoro), in modo che restituiscano il loro sapere ai più piccoli. Ideare percorsi alternativi alle sospensioni e ai provvedimenti disciplinari. Oppure immaginare nei nuovi percorsi di valutazione. Anche l’oratorio potrebbe essere un ente per valutare certe competenze sociali. Ad esempio il servizio degli animatori durante l’oratorio estivo. O le relazioni su ragazzi problematici. Perché non valutare queste competenze. “Altro aspetto di potenziamento è quello legato ai rapporti con le famiglie – aggiunge – vero che incrociamo le famiglie, ma occorrono tempo e risorse. Spesso solo i volontari non sono in grado di farlo. Da tenere presente anche la necessità di potenziare l’inserimento e l’inclusione di ragazzi stranieri che hanno il problema della lingua, della cultura e di creare relazioni con altri ragazzi”. Alti 10 mattoni sono dedicati all’educazione libera. Negli ultimi decenni è cambiata l’idea di spazio oratoriano. La sfida è di qualificare il tempo libero, il cortile. Come? Inserendo figure educative capaci di diventare punto di riferimento per i ragazzi. Educatori che sappiano avviare esperienze anche ludico ricreative e percorsi spirituali, ma che sappiano esserci. “E’ una carta vincente – aggiunge – laddove l’adolescente capisce che c’è un adulto che lo aspetta, allora quel luogo diventa casa. E’ la sfida del qualificare l’oratorio come spazio diverso dal semplice parchetto comunale”. Ultimo mattoncino è quello della necessità di coinvolgere tutta la comunità educante per rivedere questa esperienza, in maniera tale che tra due anni, quando il progetto andrà a concludersi, qualcuno prenderà il testimone per proseguire.
“La realtà dell’oratorio a Magenta è radicata e preziosa per la comunità e anche per l’Amministrazione comunale – ha detto Chiodini – senza quegli spazi saremmo in grossa difficoltà. Ben venga una collaborazione e questa grande disponibilità di spazi e cortili che la parrocchia mette a disposizione”. Il progetto parte dall’attenzione alla realtà giovanile e l’amministrazione ne farà parte. “Sarà un’iniziativa di tipo sportivo sociale insieme a Kairos già operativa sul territorio – conclude – un’associazione che è specializzata nell’offrire delle possibilità sportive con attenzione alla socialità e all’inclusione per ragazzi che vivono una fragilità non fisica e particolare. Una valorizzazione delle risorse positive che ognuno di noi ha, condivise anche con chi non ha fragilità”.