Magenta: la chiusura di via Brocca e la pazza idea (ma non troppo) di riaprire piazza Liberazione

La temporanea modifica alla viabilità, come occasione per rilanciare uno spunto di riflessione di tenere in vita una 'non piazza'. Le soluzioni alternative e di buon senso, per trovare un giusto compromesso per la viabilità e il bisogno di socialità.

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Premessa d’obbligo. Chi scrive ama le zone pedonali (anche perché spesso ci porta a spasso il suo fido scudiero a quattro zampe…) però, ha sempre cercato di guardare con obiettività e coerenza a quella che è sta la scelta di creare un ‘piazza artificiale’ in quello che è il cuore della nostra città.

Piazza Liberazione, voluta dalla Giunta dell’allora Sindaco Giuliana Labria, lasciata a metà (insieme ad altri cantieri…) e peraltro realizzata con materiale piuttosto scadente alla fine degli anni Novanta inizio 2000 (si può notare in modo evidente lo stato di degrado del ‘salotto cittadino’) è stata certamente una intuizione dal punto di vista dell’aggregazione, ma è stata altrettanto una forzatura rispetto a quello che, di fatto, è sempre stato un ‘non luogo’ in termini di ‘Agorà’.

Basta farsi un giro ad Abbiategrasso, piuttosto che a Legnano o altrove per capire che cos’è una vera piazza…

La piazza di Magenta è sempre stata uno slargo e partendo da questa considerazione di fondo oggettiva, si comprendono anche le difficoltà delle Amministrazioni successive che hanno cercato di offrire un arredo urbano coerente – oggi è una “macchia di leopardo” in certi tratti inguardabile, basti pensare che la via Roma è stata rifatta con tre materiali differenti – ma che finora hanno potuto mettere solo una pezza qua e là.

Chi ha fatto di più è stato certamente il Sindaco Luca Del Gobbo oggi di nuovo in carica, che nei suoi 10 anni di Amministrazione ad un certo punto – lo scriviamo a beneficio dei più giovani – oltre a decidere anche qui coraggiosamente di chiudere la piazza del comune, chiuse al traffico in via sperimentale (ma per un bel po’ di mesi …) l’ultimo tratto di via Roma e quello iniziale della appena (all’epoca) riqualificata via 4 Giugno.

Pareva essere un tentativo ardito per andare verso una progressiva pedonalizzazione del centro cittadino. E l’idea ci poteva stare. Anche perchè c’era uno studio (del famoso Studio Giugiaro Design) che dava indicazioni interessanti in merito ad un progetto coordinato per il centro storico. Tutta roba rimasta nei cassetti di piazza Formenti e che poi nessuno si è preso la briga di prendere in mano…

Un’idea che, ribadiamo ancora, avrebbe potuto avere una coerenza, ma dentro (appunto) ad un Piano Urbano del Traffico complessivo e non fatto a spot.

Il cambio di Giunta evidentemente ha bloccato il processo avviato con il ‘Del Gobbo bis’ e siamo tornati ad una situazione sostanziale inerzia rispetto a decisioni strategiche circa la viabilità a Magenta.

Quello che abbiamo potuto osservare in questi ultimi 10 anni da cittadini sono due dati di fatto: la piazza sempre più ammalorata, scialba, ad una cert’ora pure mal frequentata vuoi anche per la chiusura di quasi tutti i bar con un coprifuoco stile Ucraina sotto le bombe di Putin e quello che dovrebbe essere l’anello esterno – mai concluso come giustamente ha ammesso oggi il vice Sindaco Enzo Tenti in conferenza stampa – della città sempre più intasato e congestionato.

A questo proposito, va detto che oggi il Sindaco Del Gobbo insieme al suo Vice hanno promesso solennemente che nel 2024 metteranno mano al PUT in modo organico e complessivo. Sarebbe una cosa fondamentale. Un passo avanti enorme.

Nel frattempo, però, crediamo che la chiusura seppur temporanea di via Brocca, con tutti i disagi del caso (speriamo i più limitati possibile), peraltro in questa situazione più che mai motivati, finiranno per dare nuovamente motivo di riflessione sull’opportunità o meno di tenere in vita una piazza che alla fine piazza non è.

La chiusura dell’asse longitudinale della città lungo la direttrice ovest- est da sempre ha creato problemi, a fronte di una desertificazione delle attività commerciali che è avvenuta in questi anni, anche se la piazza era chiusa. Idem dicasi per le vie limitrofe.

Oggi in via Roma, ci sono per lo più attività di servizi, resistono i negozi storici, ma quel famoso progetto del centro commerciale naturale, agognato già dall’allora compianto presidente della Confcommercio locale Luigi Garavaglia, è qualcosa ormai lontano anni luce. Ad oggi irrealizzabile.

A chi scrive, si badi bene, di questo spiace eccome. Ma occorre prendere atto dei fatti. Pertanto, rilanciamo la ‘pazza idea’ di riaprire la ‘non piazza’.

Sappiamo che da un punto di vista tecnico e strutturale – questo è sempre stato sostenuto in modo concorde dalle diverse Giunta cittadine – ci sarebbe un problema di transitabilità dei mezzi.

Ma restiamo convinti che la creazione di una ‘Zona 30’ (cosa che allo stato dei fatti non c’è ancora) che parta dalla piazza Kennedy e prosegua lungo tutto la via Roma e arrivi fino all’altezza dell’ex Laminati (e dall’altra parte interessi la via 4 Giugno quanto meno nel suo primo tratto) opportunatamente segnalata e con una carreggiata ben definita e ‘arginata’ con dei paletti, potrebbe essere un buon compromesso per tutti.

Siamo consapevoli che servirebbe uno studio urbanistico importante, così da salvaguardare il quadrante di piazza che, da quella che inizialmente era una fontana oggi adattata a “maxi aiuola”, insiste verso lo ‘stupendo’ palazzo Panigati (obbrobrio della speculazione edilizia degli anni addietro….. che uno come Vittorio Sgarbi farebbe abbattere seduta stante), così come piazza Formenti che finora è stata utilizzata in modo inferiore a quelle che sono le sue reali potenzialità, ma che certamente può essere un angolo di tranquillità per studenti e per chi vuole prendersi un momento di pausa, magari, con una passeggiata nei vicini e bellissimi giardini di Casa Giacobbe.

Ma per il resto, con buona pace di chi continua a difendere la valenza della ‘non piazza’ , forse sarebbe buona cosa considerare il contesto che evolve (quello commerciale purtroppo in modo drammatico e forse definitivo…) e al contempo mettere sul piatto della bilancia, i vantaggi di una viabilità più snella, ma al contempo sicura (con la ‘Zona 30’) che non andrebbe comunque ad eliminare le zone di socialità e di aggregazione che da sempre Magenta ha avuto nel suo cuore.

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