È stata inaugurata sabato 25 ottobre, negli spazi suggestivi di Casa Giacobbe a Magenta, la mostra dedicata all’ex area Saffa, realizzata dagli studenti e dai docenti dell’Istituto Einaudi. Un progetto che intreccia memoria, architettura e testimonianza, restituendo alla città uno sguardo nuovo su un luogo simbolo della sua storia industriale. La mostra, visitabile anche questa settimana (27 e 28 ottobre dalle 10 alle 14, e il 29 e 30 ottobre anche nel pomeriggio dalle 15.30 alle 17.30), si articola in due sale e due percorsi espositivi: Design Saffa, con i progetti di architettura elaborati dagli studenti della classe 5ª BL Architettura (2024/26), che immaginano nuove possibilità per l’area ex industriale; Recording Saffa, a cura degli studenti dei Servizi alla cultura e allo spettacolo della classe 5ª A SCS (2024/25), che hanno raccolto e montato interviste agli ex dipendenti in un documentario di circa 25 minuti.
“Abbiamo realizzato una serie di interviste raccolte in un documentario di 25 minuti – spiegano Stefano, referente del progetto, e Andrea –. Gli ex lavoratori ci hanno raccontato la loro esperienza diretta, restituendoci un racconto umano e autentico di cosa significasse lavorare alla Saffa”. Il lavoro di ricerca si è avvalso anche del prezioso archivio dello storico Ermanno Tunesi di Boffalora, che nel corso della sua vita ha raccolto e custodito numerosi documenti e materiali legati allo stabilimento, vera e propria memoria storica di un’epoca che ha dato lavoro a migliaia di famiglie del territorio. Tra le testimonianze più toccanti, quella di Bellagente, ex funzionario Saffa: “Mio padre lavorava alla Saffa. L’ingegner Molla era stato il patrocinatore di tutte le opere sociali. Io ho iniziato all’ufficio tecnico nella sezione fiammiferi, poi sono passato alla cartiera come responsabile della manutenzione e di una parte produttiva. Sono legato a questo luogo, una storia che si è conclusa qualche anno prima della chiusura definitiva”.
All’inaugurazione era presente anche Luca Aloi, in rappresentanza del Comune di Magenta, che ha voluto sottolineare l’importanza del progetto: “Complimenti ai ragazzi e ai professori. Hanno restituito uno spaccato della città che va inquadrato dentro un processo di trasformazione di una zona che ha ancora tanto da raccontare”.





















