Piazza mercato si è riempita di fedeli musulmani questa mattina, per la festa di fine Ramadan. Sono arrivate famiglie da tutto il territorio per questo evento che rappresenta la più importante festività del mondo islamico. E, come di consueto, anche quest’anno una rappresentanza magentina ha testimoniato con la sua presenza il cammino di inclusione che si è avviato già negli anni passati con don Giuseppe Marinoni. “E’ un momento che vorremmo conoscere meglio – ha commentato l’assessore Giampiero Chiodini – il rischio è, con il passare degli anni, di vederlo come pura tradizione, ma sappiamo che ha un valore che va oltre questi aspetti”. C’erano anche il nuovo parroco don Ferderico Papini che ha conosciuto proprio adesso la comunità islamica. Immancabile il presidente della Pro loco Pietro Pierrettori invitato per l’occasione.
E c’erano anche il consigliere di opposizione Enzo Salvaggio e la referente della San Vincenzo Conferenza san Martino Gabriella Cellamare, membro del Consiglio Pastorale di Magenta. “Per noi è veramente un momento importante – ha spiegato Munib Ashfaq, referente della comunità islamica – una giornata in cui le famiglie si ritrovano per stare insieme”. Erano un migliaio i musulmani che hanno raggiunto Magenta fin dalle prime ore del mattino. “Sono le due parole rimaste impresse: ‘fratello’ e ‘pace’, – ha commentato don Federico – la prima cosa che don Giuseppe mi ha consegnato, lo scorso anno, è stata una barca, ricevuta dalla comunità. Quella barca ci dice che andiamo tutti insieme verso un’unica direzione”. Don Federico ha letto il messaggio dell’arcivescovo di Milano Mario Delpini. Auguri personali e dell’intera Diocesi di Milano.
“Cristiani e Musulmani condividono un momento di digiuno, occasione per ritrovare dialogo e fratellanza. – ha letto don Federico – Per testimoniare il primato di Dio nelle nostre esistenze. A febbraio ero in Turchia per un pellegrinaggio sui luoghi dell’origine della nostra fede e abbiamo avuto momenti importanti di dialogo interreligioso. E’ un’epoca in cui il male dilaga reso evidente da guerre senza fine, ma le nostre religioni ci dicono che per fermare il male il modo migliore è la misericordia di Dio”.