Appena denunciato per danneggiamenti e subito torna alla carica all’ospedale di Magenta dove, nel reparto cucine, domenica mattina ha aggredito le due guardie giurate in servizio.
Un’altra giornata tormentata al Fornaroli dove verso le 13 un nordafricano, che sta creando problemi a non finire, si è recato in cucina. Erano all’incirca le 13 e viene richiesto l’intervento delle guardie giurate che arrivano in due. Lui comincia a minacciarle profferendo frasi del tipo: “Ti brucio tutto”, e “voi siete morti”.
Improvvisamente ha dato una gomitata ad una guardia stendendolo a terra. L’altra guardia è immediatamente intervenuta, ma quell’uomo ha degli scatti d’ira pazzeschi e una persona da sola non può nulla. Mentre era girata gli ha dato un calcio sulla gamba lasciando l’impronta del piede. Sono arrivate le pattuglie dei Carabinieri, mentre lui era fuggito. E’ stato rintracciato, ma il problema adesso si fa sempre più pressante. Perché non ci si riesce a liberare di quella persona.
Circola armato di taglierino che usa per bucare le ruote delle auto, tanto che anche domenica una donna ha subito la stessa sorte di tante altre persone. Le due guardie giurate che sono state aggredite sono state dimesse con una prognosi di 6 e 7 giorni.
“Sono mesi che continua questa situazione di grave pericolo per tutti – spiega Luca Pellicani, rappresentante sindacale della Fisascat Cisl – Adesso, con lo spostamento del personale da Legnano a Magenta lavoriamo anche in ospedale e non più solo al pronto soccorso. Di fatto abbiamo una sola guardia in pronto soccorso e una sola guardia in ospedale. Domenica ci siamo recati in 2 nel reparto cucina, perché non si poteva fare diversamente considerata la pericolosità del soggetto, lasciando scoperto il pronto soccorso in quel lasso di tempo. Oggi ci troviamo ancora una volta, a denunciare le difficoltà del nostro lavoro. Un lavoro che ci porta a rischiare e che svolgiamo con passione a tutela dei cittadini e del personale. Precisiamo che quando interveniamo in assenza delle forze dell’ordine assumiamo la qualifica di pubblici ufficiali. E allora ci chiediamo, come mai dopo l’aggressione a due pubblici ufficiali questa persona è ancora libera?”.