L’omicidio di Fabio Ravasio e la vedova nera. Una vicenda agghiacciante

La brasiliana originaria di San Paolo aveva alle spalle una storia tormentata con un altro marito morto in situazioni misteriose e traffico di cocaina. Nel passato un altro magentino di una famiglia bene era caduto nella sua rete, ma senza conseguenze letali per fortuna

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Adilma Pereira Carneiro, un figlio, un genero e altre tre persone. Sono loro secondo l’indagine in corso in capo ai Carabinieri di Legnano i colpevoli di questo efferato omicidio su commissione che ha portato alla morte del povero Fabio Ravasio investito volutamente in bicicletta mentre faceva rientro a casa a Parabiago.

Avevamo scritto giorni fa di quanto fosse stato cinico e baro il destino con Fabio un ragazzo garbato e sempre sorridente, che molti Magentini apprezzavano.

Lasciato lì agonizzante a morire sul ciglio di una provinciale. Roba da delinquenti, roba da infami avevamo scritto. Ma all’epoca nessuno – tranne i bravissimi investigatori dell’Arma dei CC che poco dopo hanno capito che qualcosa non tornava – avrebbe potuto immaginare cosa c’era dietro a questa vicenda.

Una storia che sembra uscita da un film o dai quei format tv che hanno come focus proprio queste morti sospette. Per questo fa ancora più scalpore e ci lascia ancor più sgomenti.

Pensare che questo parabiaghese che faceva parte a pieno titolo della nostra comunità abbia subito una sorte tanto sfortunata e che questa mantide con il suo bel ‘pedigree’ alle spalle fosse ancora in circolazione a piede libero, beh, ci trova basiti senza parole.

Quando ieri sera abbiamo letto le agenzie che battevano il ‘colpo di scena’ nella svolta delle indagini siamo rimasti di sale. Ma se avevamo provato tanta rabbia e tristezza alla notizia della morte di Fabio esattamente due settimane or sono, adesso è il momento solo della rabbia e speriamo della vendetta che dovrebbe passare da una Giustizia dura, certa ed inflessibile.

Come facesse Aldima Pereira Carneiro ad essere ancora in libertà è una domanda che ci gira per la testa da ore. Non conosciamo direttamente i personaggi del ‘clan’ senza scrupoli che collaborato materialmente all’esecuzione di Fabio Ravasio, ma non pensiamo anche qui di aver a che fare con ‘bravi ragazzi’ ….

E’ evidente allora che la nostra Giustizia ha delle falle. Perché serve la pena certa e definitiva. In questo caso, speriamo nell’ergastolo. Certo di mantidi ne è pieno il mondo. E non raccontiamo per motivi di privacy e, soprattutto di delicatezza, perchè alcune delle vittime sono già passate a miglior vita, i casi di ricconi del nostro territorio letteralmente spennati e senza il becco di un quattrino anche per il loro funerale, a causa di queste donne pronte a tutto per il dio denaro.

Va detto per inciso che nella rete della mantide tempo fa era caduto anche un altro magentino di una famiglia altolocata, per fortuna sua, è riuscito a liberarsi in tempo dal suo abbraccio mortale.

Al povero Fabio è andata decisamente peggio. Quello che colpisce in questo caso è dove ci si può spingere per soldi, eredità, terreni, appartamenti….

Una ingordigia senza fine che ti porta a cancellare il valore della vita umana, a decidere deliberatamente di uccidere un padre di famiglia con due figli ancora piccoli. Un piano davvero diabolico, deciso a tavolino in modo cinico, privo di sentimenti.

Cosa avrà provato Fabio quando vedeva quell’auto venirgli addosso? Si sarà accorto che quell’auto nera che lo stava investendo era una macchina conosciuta perché – stando alla ricostruzione degli inquirenti di proprietà proprio della compagna brasiliana – e i momenti in cui è rimasto lì al bordo di una provinciale quanto dolore avrà provato, così come in quella sua ultima notte in cui ha tentato di rimanere disperatamente aggrappato alla vita, lui grande sportivo, che la vita l’amava profondamente?

Quanto accaduto è una cosa terribile. Torniamo alla domanda di prima come possono certi personaggi caratterizzati da un evidente pericolosità sociale girare impuniti nel nostro territorio? Ma adesso soprattutto, appurati e accertati in modo definitivo i fatti di questa tragedia, la Giustizia riuscirà ad infliggere il massimo della pena (‘il fine pena mai’), senza i vari cavilli che troppo spesso saltano fuori???

Lo si deve ai genitori di Fabio, lo si deve ai suoi bambini e a tutti quelli che gli volevano bene.

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