Legambiente: in Trentino prima aggressione orso a uomo in 150 anni

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

TRENTO “Sarebbe il primo caso registrato nel nostro Paese negli ultimi 150 anni di un’aggressione di un orso che provoca una vittima, a fronte di 7 aggressioni ufficialmente registrate nell’area alpina italiana negli ultimi anni e qualche decina di contatti diretti tra il plantigrado e l’uomo.

La tragicità dell’evento e il dolore del momento non devono far dimenticare i rischi insiti nella natura e negli animali che la frequentano”. È la posizione di Legambiente sulla tragedia di Caldes in Val di Sole. L’associazione ambientalista sottolinea che “è importante aspettare gli esiti della relazione ufficiale di Ispra che chiarirà la dinamica dei fatti per prendere le decisioni più appropriate”.”Esprimiamo la nostra vicinanza sia alla famiglia del giovane di 26 anni Andrea Papi originario di Caldes in Val di Sole aggredito e ucciso da un orso sia alla comunità locale trentina – commentano Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente e Andrea Pugliese, presidente di Legambiente Trento -. È chiaro che il destino di questo orso sia ormai segnato, così come è evidente che in Trentino-Alto-Adige ci sia un problema di gestione di questi plantigradi e di convivenza con la comunità locale”.

COSA FARE
“Nel caso di orsi problematici o eccessivamente confidenti – spiega Legambiente – il PACOBACE (il Piano d’azione interregionale per la tutela dell’orso bruno sulle alpi centro-orientali) prevede infatti due soluzioni estreme: la prima, indicata con la lettera J, prevede la cattura e la detenzione permanente, la seconda opzione, indicata con la lettera K, prevede l’abbattimento dell’orso. Scelta quest’ultima che sarà adottata per questo orso in linea con quanto previsto dal PACOBACE”.”Per questi motivi – prosegue l’associazione ambientalista – lanciamo oggi un appello al Ministero dell’ambiente per chiedere che venga istituito in tempi rapidi un tavolo tecnico e di confronto al dicastero con regioni, aree protette e associazioni perché la grande sfida da affrontare è il miglioramento della gestione e la convivenza con l’orso, e lo si può fare solo insieme con il supporto della scienza e coinvolgendo in uno step successivo anche le comunità locali. Solo così si potrà evitare che si dia il via ad una nuova caccia alle streghe che abbia per protagonista l’orso, rischiando di far crescere e aumentare la paura nelle comunità locali e tra i turisti”.

■ Prima Pagina

Ultim'ora

Altre Storie

Pubblicità

Ultim'ora nazionali

Altre Storie

Pubblicità

contenuti dei partner