La biblioteca degli inglesi di Bordighera. A cura di Luciana Benotto

A Bordighera, al numero 30 della via Romana, sorge un romantico edificio in pietra arenaria a due piani: la famosa Biblioteca Civica Internazionale, considerata fra le più belle del Mediterraneo, sia per l’aspetto che per il patrimonio librario

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A Bordighera, al numero 30 della via Romana, sorge un romantico edificio in pietra arenaria a due piani: la famosa Biblioteca Civica Internazionale, considerata fra le più belle del Mediterraneo, sia per l’aspetto che per il patrimonio librario. Vi si accede da un classicheggiante prònao semicircolare a sei colonne che, nel mese di aprile, è in parte ricoperto da una cascata di glicini dall’inebriante profumo. Superato il vestibolo si è già nella grande aula che è la sala di lettura.

L’aspetto interno è frutto dell’intervento di ammodernamento realizzato negli anni Ottanta dall’architetto genovese Gianfranco Franchini che, insieme a Renzo Piano e a Rogers, collaborò alla realizzazione del Beaubourg parigino, ma l’edificio, che ricorda certe costruzioni vittoriane, risale all’inizio nel Novecento, quando la comunità inglese presente nella cittadina decise che la loro privata biblioteca, che inizialmente aveva avuto sede nella chiesa anglicana e poi nel Museo Bicknell, necessitava di un luogo proprio.

Avere uno spazio culturale tutto per loro era imprescindibile, considerato che la passione degli inglesi per la lettura era di vecchia data, dal momento che la nascita del romanzo borghese nel Settecento, come si sa, è una prerogativa tutta britannica: si pensi per esempio a Defoe e al suo “Robinson Crusoe”, ma anche a Fielding col suo “Tom Jones” e al “Tristram Shandy” di Sterne. La conseguenza di questa nascita diffuse la lettura anche tra i ceti popolari grazie alla creazione di biblioteche circolanti, forma di diffusione che fu adottata anche a Bordighera, dopo il trasloco dal museo.

Pian piano il patrimonio librario bordigotto aumentò e all’originario nucleo di libri in lingua inglese: romanzi, testi botanici, storici e geografici relativi alla riviera, si aggiunsero volumi in italiano e altre lingue. Inizialmente l’acquisto di nuovi testi fu reso possibile dalle tariffe degli abbonati iscritti alla biblioteca, che funzionava perfettamente grazie alla diligente collaborazione di volontari, e poi da donazioni e generosi lasciti, tra cui quello della regina Margherita che amava molto soggiornare in questa località dal clima dolce in inverno e mite in estate.

Sino a dopo la Prima Guerra Mondiale la biblioteca continuò ad arricchirsi, ma poi, quando soffiarono i venti di guerra del secondo conflitto mondiale, in cui noi eravamo nemici degli inglesi, essi lasciarono in massa Bordighera chiudendo in fretta e furia le loro eleganti ville, e per la biblioteca cominciò un periodo di scompiglio; ma prima di lasciare l’Italia Mrs. Margaret Berry, a nome di tutti, accomunò nuovamente la biblioteca al Museo Bicknell, ed entrambi furono annessi alla neonata Società storico-archeologica Ingauna ed Intemelia che diede vita all’Istituto Internazionale Studi Liguri. Poiché nel 1941 il Comune di Bordighera venne a sapere che questo Istituto aveva intenzione di trasferire i libri a Torino, propose di acquisirla per non privare la cittadinanza di un patrimonio culturale così prezioso e così avvenne, a titolo gratuito, due anni dopo.

Nel ’44 fu così riaperta al pubblico, ma per poco tempo perché Bordighera venne bombardata; pertanto, bisognò attendere la fine del conflitto per poterla riaprire, ma sia il patrimonio librario che gli arredi avevano nel frattempo subito danni e così pian piano i libri vennero pazientemente riparati e rilegati, gli utenti ritornarono, gli abbonamenti aumentarono e progressivamente il numero dei testi da allora ai giorni nostri aumentò, comprendendo, oltre ai già presenti libri in lingua inglese, italiana, francese e tedesca, opere di lingua spagnola, portoghese, olandese, polacca, svedese, norvegese, slovacca, russa, tanto che attualmente il patrimonio supera gli 80.000 testi.

Oggi, per poter usufruire della biblioteca civica basta solo iscriversi, e chi la frequenta per la prima volta può magari cominciare a prendere in prestito “Il Dottor Antonio”, romanzo dello scrittore e patriota Giovanni Ruffini (1807-1881) che, grazie proprio a questo suo libro, fece conoscere Bordighera e la Riviera dei Fiori ai viaggiatori e ai turisti britannici dell’Ottocento che poi tanto le amarono.

A cura di Luciana Benotto

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