Anche questa volta Jannik Sinner non è stato particolarmente fortunato con il sorteggio. Quello degli imminenti Us Open, ultimo Slam stagionale, che ha disegnato il tabellone principale. Parte alta per l’azzurro, il depositario del numero uno e, quale numero due, presidio della parte bassa per Novak Djokovic. I due, quindi, si potranno eventualmente scontrare in finale, ammesso che ci arrivino. Sinner, soprattutto, la cui strada disegnata dalla sorte non è proprio quella che si dice una scampagnata di salute.
Ciò, in quanto nei teorici quarti di finale l’avversario potrebbe essere Daniil Medvedev e in semifinale, molto probabilmente, ad attenderlo ci sarà Carlos Alcaraz. Il russo è tipo bizzarro ma sul cemento, se resta centrato, senza distrazioni o litigi vari, non parte mai battuto, anzi è facile sia lui il favorito. Lo spagnolo, poco da dire, è il tennista oggi più forte del pianeta e, in quanto a talento, uno dei più dotati di ogni epoca e non è un’iperbole. Insomma, se per diritto di ranking Djokovic non sarebbe mai potuto finire dalla parte di draw capeggiata da Sinner, questi ultimi due sarebbero potuti tranquillamente capitare altrove. Invece, l’azzurro, se vuole vincere il titolo, dovrà teoricamente vedersela con tutti e tre i rivali più quotati. Poteva andare decisamente meglio, magari con uno dei famigerati tabelloni alla Nadal, per chi se li ricorda.
Farà il suo esordio newyorkese contro McDonald, statunitense quindi avvezzo alle condizioni di gioco ma che non può costituire un problema per un Sinner almeno in salute. Altro yankee al secondo turno, uno a scelta tra i non irresistibili Spizzirri e Michelsen. Morale, nulla di trascendentale. Sarebbe romantico, poi, un terzo turno contro l’eterno Wawrinka, ma è più probabile che sia il lungagnone cileno Jarry ad arrampicarsi fin lì per un match da non prendere con le molle. Prima del trittico del quale si è già detto poc’anzi, gli ottavi di finale potrebbero portare in dote all’altoatesino il temibile Paul, altro nordamericano ma decisamente più quotato dei precedenti, a meno che il nostro Sonego non azzecchi una prima settimana da sogno, ma è impresa difficile.
Tutto ciò, salute psicofisica permettendo. Jannik ha vinto il Masters 1000 di Cincinnati non più tardi di lunedì scorso, vero, ma più di testa che di corpo, in quanto pare che l’anca abbia ripreso a dargli noia come spesso gli è accaduto in questa stagione. Inoltre, la vicenda del presunto doping, finita con il proscioglimento dell’ITIA, si spera non abbia lasciato strascichi nella mente dell’azzurro, investito inevitabilmente dalle bordate di colleghi, addetti ai lavori e aficionados più o meno probabili. Una storia antipatica che gli è già costata i punti incamerati ad Indian Wells e che potrebbe anche avere un seguito, qualora WADA e NADO optino per appellare la sentenza. Tuttavia, la quantità infinitesimale di Clostebol rinvenuta nel corpo di Sinner dovrebbe – il condizionale è d’obbligo – metterlo al riparo da guai più seri, ma in questi casi è sempre difficile lanciarsi in previsioni. In ogni caso, non ci sono i presupposti migliori per affrontare un torneo dello Slam, tuttavia l’azzurro ha dimostrato a più riprese di possedere una capacità di concentrazione granitica anche nei frangenti meno propizi.
Lo scivolone olimpico non è certo sufficiente a togliere ad Alcaraz il riconoscimento di primo favorito, il murciano lo è ogni qualvolta imbracci una racchetta, ma a New York, con i campi che appaiono più veloci del solito, il suo margine di sicurezza sugli avversari potrebbe non essere quello chilometrico esibito, per esempio, a Wimbledon, tutto a vantaggio dello spettacolo. Spettacolo che potrebbe beneficiare delle gesta del nostro Lorenzo Musetti, il bronzo parigino, che nei momenti di luna buona rischia seriamente di essere l’attrazione più luminescente della kermesse. Inutile sbilanciarsi troppo, Lorenzo il Magnifico fa storia a sé ed è comunque un privilegio vederlo distribuire tennis d’autore. Una bellezza, la sua, che rende decisamente marginale la vicenda della conta dei punti. Di Matteo Berrettini, infine, c’è solo da sperare che la salute non ne intacchi ancora una volta il fisico statuario. Qualora dovesse stare bene, e purtroppo non è scontato, il Martello saprà essere protagonista come già gli è accaduto in passato. Anche contro Fritz, un cliente scomodo, che già al secondo turno tenterà di sbarrargli la corsa.
Buon torneo a tutti.