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di Lucia Rotta
ROMA (ITALPRESS) – L’Italia ha un dialogo aperto sia con Israele che con il mondo palestinese “e la vediamo come un mediatore degno di fiducia”. E’ quanto ha osservato la viceministra degli Esteri di Israele, Sharren Haskel, in un briefing con la stampa presso l’ambasciata di Israele a Roma. Haskel conclude oggi una visita a Roma avviata l’8 luglio, in cui ha avuto una serie di incontri istituzionali oltre che con la comunità ebraica e i media. La viceministra ha incontrato la ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, e il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, oltre che il Gruppo di collaborazione parlamentare Italia-Israele, presieduto da Paolo Formentini (Lega), in Senato.
“Vediamo l’Italia come un Paese amico”, ha detto ancora Haskel, ricordando poi i negoziati e i colloqui diplomatici tenuti a Roma nei mesi scorsi come quelli sul nucleare iraniano tra Stati Uniti e Iran. La viceministra ha inoltre menzionato lo sforzo umanitario dell’Italia, definendo la conversazione con Roma su questo punto “aperta, anche se a volte un po’ difficile”.
Haskel ha sottolineato a questo proposito l’apporto dato dal programma Food for Gaza, “un programma umanitario molto importante”, che vede Israele impegnato a sua volta a “facilitare le richieste e le esigenze” del governo italiano. Haskel ha menzionato infine l’aiuto di Roma ai bambini palestinesi portati negli ospedali italiani. Anche in quel caso Israele ha “facilitato un percorso”, come ha precisato la viceministra, per rendere possibile il trasferimento.
Nei rapporti bilaterali, un punto importante è la cooperazione su tutti i livelli, compresa quella economica. “La cooperazione con l’Italia è importante per noi”, ha osservato Haskel aggiungendo che l’economia israeliana, nonostante il Paese stia combattendo “su sei fronti”, mostra grande capacità di resilienza e riesce ad attrarre sempre più investimenti. Uno dei settori trainanti è sicuramente quello delle nuove tecnologie. Israele è uno dei paesi con il più alto numero di aziende high tech quotate nel mercato azionario, mentre “l’Italia ha cultura, storia, istruzione e ricerca. Penso si possa lavorare molto assieme”, ha osservato Haskel. Anche cooperazioni a più “largo raggio”, come quella ad esempio fra Italia e India, possono secondo la viceministra trovare un “ponte geografico” in Medio Oriente.
“Per questo la stabilità della regione è cruciale”, ha aggiunto. Su questo tema la viceministra ha approfondito i punti principali del contesto attuale, dall’Iran a Gaza. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz “ha ragione” quando dice che “Israele sta facendo il lavoro sporco per tutti noi”, ha dichiarato Haskel.
“Il regime iraniano è un pericolo non solo per Israele, ma per l’intera umanità. Israele è la ‘frontline’ in tutto questo, e protegge anche gli europei, ad esempio se parliamo di missili balistici”, ha proseguito. “Il 7 ottobre è solo l’inizio di questi crimini indirizzati contro l’umanità”, ha aggiunto, a proposito dell’attacco sferrato contro Israele da Hamas, uno dei Proxies dell’Iran insieme a movimenti come Hezbollah e Houthi.
In un contesto come quello attuale, dare il via alla creazione di uno Stato palestinese adesso equivarrebbe a “premiare Hamas”, ha poi osservato rispondendo alle domande dei giornalisti. “Non capisco come si possa mettere pressione su Hamas dicendogli che ‘lo premi’ con uno Stato dopo quello che ha fatto il 7 ottobre”, ha osservato la viceministra. “Non è realistico, non spinge verso un cessate il fuoco”, ha proseguito Haskel.
“La gente deve capire cosa succede in Medio Oriente: combattiamo contro un’organizzazione terroristica che glorifica la morte”, ha ancora commentato. Sulla situazione a Gaza, la viceministra ha puntato l’attenzione sugli aiuti umanitari, che a suo avviso devono essere consegnati attraverso l’ente statunitense Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), mentre il meccanismo delle Nazioni Unite “ha dimostrato di non funzionare”. “Alla comunità internazionale chiediamo da ormai quasi due anni di collaborare con noi per lavorare sulla distribuzione degli aiuti, una distribuzione che non passi per le mani di Hamas. Guterres purtroppo ha posto un problema politico invece di pensare alla popolazione palestinese”, ha aggiunto Haskel a proposito del segretario generale delle Nazioni Unite.
La viceministra ha proseguito sottolineando che Hamas mantiene il controllo sulla popolazione palestinese proprio attraverso il controllo degli aiuti che arrivano per i civili. “Decidono loro chi riceve gli aiuti e chi no”, ha osservato Haskel, aggiungendo che inoltre “intascano milioni” sottratti illegalmente agli aiuti stessi. Denaro, ha concluso Haskel, che va a rafforzare il sistema di reclutamento terroristico del movimento islamista.
-Foto Ufficio del viceministro Esteri israeliano Haskel-
(ITALPRESS).