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Iran, Cuzzelli “Minaccia a Israele fortemente ridotta ma non eliminata”

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Di Lucia Rotta  ROMA (ITALPRESS) – A livello strategico la minaccia esistenziale iraniana nei confronti di Israele per il momento non è stata eliminata, ma è stata fortemente ridotta da un insieme di azioni concorrenti”. Così Giorgio Cuzzelli, docente di Sicurezza e Studi strategici presso l’Università Lumsa di Roma, valuta in un’intervista con l’agenzia Italpress la situazione attuale iraniana dopo “l’eliminazione degli agenti di prossimità, l’eliminazione, in parte, della minaccia missilistica e l’eliminazione quantomeno a titolo temporaneo della minaccia nucleare”.

Ed è proprio sull’ultimo punto, la minaccia nucleare, che Cuzzelli fornisce un’analisi dettagliata, rispondendo alla domanda se davvero i bombardamenti americani sui siti di Teheran abbiano sortito un effetto distruttivo “significativo”, secondo le parole del presidente Donald Trump, o se si tratti solo di un “rinvio di alcuni mesi” del programma iraniano, come alcuni media statunitensi hanno ipotizzato.

“Un effetto lo hanno sortito certamente”, osserva Cuzzelli. “Nel caso di due siti, Isfahan e di Natanz, parliamo di installazioni di superficie, mentre nel caso di Fordow parliamo di installazioni in caverna, verosimilmente tra gli 80 e i 100 metri di profondità. Noi non conosciamo nel dettaglio la struttura di Fordow, ma è ragionevole pensare che si tratti di installazioni protette con delle costruzioni in cemento armato”, spiega Cuzzelli, generale di brigata con alle spalle una lunga esperienza in campo militare.

Per Fordow, dunque, doveva essere utilizzata una bomba “particolare”, la GBU-57, definita come Massive Ordnance Penetrator (MOP), che “esattamente come un ago può penetrare nel terreno fino ad arrivare a contatto di queste strutture sotterranee ed esplodere”. Si parla dunque, secondo Cuzzelli, di munizionamento di penetrazione di grande capacità. “Sono delle bombe costruite con uno scafo di alluminio di durezza pari a quella dell’acciaio, se non superiore, che pesano 12 tonnellate e quindi già il peso stesso è in qualche modo sufficiente a far penetrare l’ordigno in modo estremamente significativo. Queste bombe hanno una testata di 2,5 tonnellate di esplosivo, l’equivalente di un camion in quanto a peso. Dati certi gli americani non ne rilasciano, ma immaginiamo che questi ordigni possano penetrare per una sessantina di metri”, spiega l’esperto.

“Non sappiamo a che profondità fossero le installazioni iraniane, ma una cosa è certa e sgombra il campo da ogni equivoco: se un ordigno del genere penetra fino a 60 metri di profondità e fa esplodere due tonnellate e mezzo di esplosivo, si genera un’onda sismica tale da demolire tutto quello che incontra sulla sua strada. Quindi, anche ammettendo che le volte in cemento armato delle caverne iraniane abbiano retto all’urto, cosa che è tutta da dimostrare, si è creato uno spostamento d’aria tale da danneggiare gravemente tutto quello che c’era all’interno. Gli americani, di quelle bombe, ne hanno usate 12 e quindi, in sostanza, hanno scaricato oltre 25 tonnellate di esplosivo in un’area estremamente ristretta”, spiega ancora Cuzzelli.

Le fotografie aiutano a capire che “queste bombe sono state di una precisione assoluta. Sapevano probabilmente dov’era l’installazione sotterranea, e qui entra in campo, evidentemente, il lavoro dell’intelligence israeliana, che sicuramente aveva i piani e sapeva esattamente dove colpire”.

Un dettaglio importante ce ne dà conferma: “Guarda caso, hanno colpito in corrispondenza dei condotti di areazione, che portano dritti ai bunker sotterranei, perché anche lì sotto l’aria deve circolare”. 

Una volta eseguita l’operazione, è complicato accertare i danni. “L’interpretazione delle fotografie aeree, la fotointerpretazione, è in grado di accertare i danni di superficie ed è in grado di accertare le tracce o un’idea di quello che può essere avvenuto sotto”, spiega Cuzzelli, che nella sua lunga carriera militare è stato anche fotointerprete.

“Ma questo è solo un aspetto: ormai sappiamo che Israele è penetrato completamente negli apparati di sicurezza iraniani, e quindi dobbiamo considerare che sarà perfettamente in grado di valutare il danno perché semplicemente ‘qualcuno’ glielo dirà”, osserva il docente di Sicurezza e Studi strategici.

Il colpo ai siti nucleari, dunque, certamente non è stato di poco conto in quella che Cuzzelli preferisce chiamare però “una campagna, un passaggio di un conflitto più ampio” che dura da decenni, e che vede da una parte l’Iran, con la sua mira dichiarata di cancellare Israele dalle mappe geografiche, e dall’altra parte Israele stesso, che “forte dell’esperienza terribile dell’Olocausto, non ha nessuna fiducia nella diplomazia internazionale e dunque vede la minaccia esistenziale iraniana come una minaccia che, piaccia o no, va rimossa”.

L’andamento di questo gioco di forze decennale è arrivato ad un punto tale per cui, secondo il professore, “oggi siamo in presenza di una drastica alterazione dell’equilibrio strategico” in Medio Oriente. “L’Iran, per la prima volta da molti anni, è in stato di assoluta soggezione strategica. Aveva costruito la propria difesa esterna su una serie di linee: la prima era rappresentata dai suoi succedanei, dai suoi agenti di prossimità, organizzazioni terroristiche insurrezionali nei paesi vicini. La seconda linea di difesa era rappresentata dalla capacità missilistica e in genere tecnologica, mi riferisco ad esempio ai droni. La terza era rappresentata dal ‘dilemma nucleare’, cioè dal fatto che stava lavorando alla bomba. Tutte e tre le linee di difesa iraniane sono state smontate nell’arco di un anno”, dichiara l’esperto.

Questa posizione di debolezza potrà davvero aprire a dei veri negoziati? “Sì, aprirà a dei negoziati perché l’Iran deve uscire dall’impasse se vuole continuare a mantenere una qualunque rilevanza”. E dopo anni di attrito con Washington, “l’unica cosa che Teheran può fare in questo momento è paradossalmente appoggiarsi agli Usa. La Russia li ha ‘scaricati’ e la Cina non è mai entrata in gioco. Gli Stati Uniti, oggi, sono l’unico mediatore su cui possono contare”, conclude Cuzzelli.

– Foto staff Cuzzelli –

(ITALPRESS)

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