Insultò poliziotti durante sfratto a Monza, chiesti 9 mesi di reclusione per Morgan

L'episodio nel 2019. La difesa: il cantautore non riconobbe gli agenti in borghese

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Si avvia alla conclusione il processo che vede imputato il noto cantautore Marco Castoldi, in arte Morgan, per oltraggio a pubblico ufficiale. La Procura di Monza ha infatti avanzato una richiesta di condanna a nove mesi di reclusione per l’artista 52enne.

I fatti contestati risalgono al giugno 2019, durante le delicate fasi dell’esecuzione dello sfratto dalla sua storica abitazione di Monza, che fungeva anche da studio di registrazione.

Secondo l’accusa e quanto emerso nel corso del dibattimento, Morgan avrebbe rivolto insulti e epiteti offensivi ad alcuni poliziotti presenti sul posto per garantire l’ordine pubblico. Tra le espressioni che gli vengono imputate, vi sarebbero i termini “mostri, ignoranti”, “ridicoli”, e i paragoni con “boia” e “becchini”.

Morgan, assistito legalmente dall’avvocato Roberto Iannaccone, ha fornito la sua versione dei fatti. Il cantautore ha sottolineato come quel giorno fosse segnato per lui da una “profonda sofferenza psicologica” a causa della perdita della sua casa.

La linea difensiva si è concentrata, inoltre, sulla presunta mancata identificazione degli agenti: Morgan ha sostenuto di non aver riconosciuto i poliziotti poiché erano in borghese. L’artista ha spiegato di aver indirizzato le sue “rimostranze sarcastiche e teatrali” non agli ufficiali di polizia, ma piuttosto all’acquirente dell’immobile e all’ufficiale giudiziario incaricato di eseguire il provvedimento.

La parola spetterà ora al Tribunale di Monza. La sentenza è attesa per il prossimo 17 novembre.

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