Carenza di personale (52%), la mancanza di risorse economiche (48%) e di competenze interne ai comuni (47%). Sono questi i principali ostacoli al decollo delle smart city italiane, secondo l’Osservatorio Smart City della School of Management del Politecnico di Milano. Un mercato che nel 2023 ha toccato la soglia record i un miliardo di euro, ma rallenta e rischia di restare indietro in Europa.
Al contrario, le città Smart sono percepite dai loro abitanti come più sostenibili (50% vs 36% di chi abita in città non considerate smart), inclusive (50% vs 32%), innovative (49% vs 25%) ed efficienti (49% vs 34%). Una partita che vince Milano, incoronata da un sondaggio doxa come la città più smart d’Italia, seguita sul podio da Bolzano e Trento.“Il futuro dei centri urbani intelligenti passerà da due trend. Da una parte, la volontà di collaborare tra comuni per creare un ecosistema intelligente più ampio in un’ottica di Smart Land, un approccio ancora poco diffuso (23%), ma prospettato dal 59% di coloro che hanno sviluppato progetti.
La seconda tendenza riguarda l’Intelligenza Artificiale. Circa un comune su 3 intende lavorare nel prossimo futuro utilizzando l’AI a supporto dei propri processi e delle proprie decisioni”, spiega Matteo Risi, direttore dell’Osservatorio Smart City. Ma a frenare sono le competenze. Solo il 23% dei comuni italiani le possiede all’interno del proprio organico, il 21% si affida a esperti esterni, mentre il 56% non ha alcun tipo di competenza né interna né esterna, una percentuale che sale al 69% nei comuni di piccola dimensione. Lacune che, rileva l’indagine, riguardano in gran parte proprio l’uso di tecnologie innovative (67%).