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I nipotini di Polifemo – di Emanuele Torreggiani

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Uno dei miti più enigmatici e terribili presenti nell’Odissea narra dell’incontro tra Odisseo e Polifemo. Un uomo dinanzi un gigante privo di sembianze umane avendo un solo occhio conficcato al centro della fronte e praticando, con autentica bramosia, il cannibalismo. Il mostro. L’autore impasta, cantando, la realtà della storia con la letteratura mitica, nello specifico del cannibalismo ci dice apertamente che vivevano, in luoghi non identificabili, tribù che praticavano l’orrendo pasto (Dante conosce perfettamente Omero e ne pesca a volontà riconoscendo così al greco la sua statura, pratica ampiamente utilizzata anche in musica sino a Mozart) ed il riferimento al cannibalismo esprime un fatto storico: anche qui, nel profondo Occidente questa metodica avveniva, in popoli e luoghi estranei al confine della cultura greca. E l’antropofago, proprio perché mostruosamente tale e per sottolinearne l’aspetto, non può avere tratto umano e qui, nella descrizione affrescante il mostro, Omero dà una lettura di straordinaria attualità, attualità per il proprio tempo e per tutti i tempi che sono stati, sono e saranno.

 

 

L’occhio unico al centro della fronte. Con un occhio centrale il vedere è unidirezionale. Al contrario i due occhi triangolano la proiezione madre di ogni progetto. L’occhio unico significa unico obiettivo: la materialità da cui l’impossibilità immediatamente colta da Odisseo di imbastire ogni dialogo con la bestialità del soggetto. Polifemo, in luce ideologica, rappresenta nella forma narrativa del mito, il totalitarismo. Un pensiero unico immediatamente applicato nella conduzione della società. Polifemo è quindi archetipo delle figure autenticamente storiche che hanno applicato il suo sistema finendo poi, come Polifemo, accecati. La grandezza di Omero, come di ogni grande autore grande, la si vive cogliendone il riferimento che apre alla spiegazione della vita non straordinaria ma quotidiana. Ora, leggere che da qualche parte nel mondo, America Europa etc, se ne proibisce la lettura, e presto quella di altri autori, dovrebbe fare sorridere. Per centinaia di anni Omero è stato misconosciuto e se ne abbiamo contezza la dobbiamo agli amanuensi che non si risparmiarono nel ricopiare un mondo che essi non potevano che immaginare, e poi agli umanisti. Può accadere che nei prossimi anni questi autori rientrino nell’oblio. E giganteggi la visione unica e piatta di Polifemo. Può accadere come è accaduto che i due totalitarismi si siano divorati nel recente Novecento. Può accadere ancora. Ma comunque lo spirito dell’uomo, magnificamente rappresentato da Odisseo, pur disperato per l’atroce morte dei suoi compagni divorati davanti ai suoi occhi, non si arrende. La sua dimensione trascendente ha sconfitto Polifemo e sconfiggera’ ancora i di lui nipotini che, per quanto feroci, si dichiarano mostruosamente sciocchi.

di Emanuele Torreggiani

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