― pubblicità ―

Dall'archivio:

Gabriele Albertini a Magenta: un signore della politica- di Emanuele Torreggiani

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 
Accade che un signore della politica, e politica amministrativa, arrivi in città. E Gabriele Albertini è un amministratore concreto ed un politico di prospettiva. I suoi progetti milanesi sono, ad oggi, ancora in corso d’opera.
Egli è uno di quei signori, detti ambrosiani, che hanno cambiato il volto della metropoli e, pur esaurendo il mandato, le progettazioni impostate sono proseguite in modo lineare, segno tangibile che non erano state prospettate per una parte politica, ma per la città tutta. Tutti avrebbero da apprendere, anche i suoi oppositori. E non è cosa da poco. In eloquio elegante e sorridente ironia (la scuola autentica, com’egli ha rammemorato è sempre strutturante, ed alle sue spalle s’intravvedevano gli antichi maestri) ha brevemente fatto sintesi di quegli anni che hanno proiettato la Miilano nell’alveo del cosmopolitismo sia tecnologico che architettonico. E con il garbo del signore ha sottolineato la grande figura che lo ha sostenuto incondizionatamente, sia pure sempre in modo critico: Indro Montanelli. Certo, perché il pensiero quando non è critico semplicemente non è pensiero. Ma propaganda, slogan da fiera. Nel vederlo lì, mentre tracciava il suo percorso, a me, s’è stretto appena il cuore, già, perché non posso né devo scordare che l’ombra della Casa delle Libertà gli ha impedito di presentarsi l’anno passato in quel di Milano. Per altro l’uomo, un uomo lo è sempre, aveva allora anche sorriso ammonendo che rivolgersi al “nonno”, così egli a sé stesso, era segno di sicuro decadimento della spinta politica a nuova e più giovane classe dirigente. Epperò all’Albertini gli sciamani del fu centro destra preferirono le chiacchiere d’un Carneade. I risultati appariscenti. Bravo il Luca Del Gobbo a chiamarlo, bravissimo lui ad accettare, e soprattutto eccellenti i candidati tutti del centro destra a snobbarlo con amplissime indecorose assenze, salvo una sparuta pattuglia. Va così in tempi di miseria. Avanti con il pane e mortazza, lo spritz, eccetera, eccetera, eccetera. Avanti con la fase fecale.

Emanuele Torreggiani

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

■ Prima Pagina di Oggi