“Non è assolutamente vero che” l’ospedale alla Fiera di Milano durante l’emergenza Covid, “è stato realizzato in ritardo, anzi: il 19 è arrivata l’autorizzazione ai lavori, il 30 marzo l’ospedale apriva e il 6 aprile veniva ricoverato il primo paziente”. Lo precisa in una nota Fondazione Fiera Milano in merito a quanto affermato dal rapper Fedez nelle sue storie di Instagram lo scorso 17 dicembre, riguardo alla realizzazione, ai numeri e ai costi della struttura.
“In 10 giorni di lavoro é stata costruita da zero una struttura di eccellenza. Complessivamente sono stati curati, nei due anni di emergenza, 538 pazienti gravi, tutti intubati e ventilati artificialmente – prosegue la nota -. L’ospedale in Fiera è nato per iniziativa di Fondazione Fiera Milano, è stato interamente finanziato insieme a centinaia di persone e migliaia di benefattori, da importanti nomi dell’economia italiana a Pietro, tredici anni, che decise di devolvere la propria paghetta. Non un euro pubblico è stato utilizzato”. Quella dell’ospedale in Fiera “resta una straordinaria best practice, che è stata presa a modello e replicata, ad esempio, a Berlino”, ha rimarcato Fondazione Fiera Milano che ha ritenuto, con il comunicato, “doveroso fare chiarezza rispetto alle provocazioni e alle inesattezze espresse con veemenza, nelle ultime settimane, da Fedez. Lo dobbiamo ai nostri donatori e a quanti – medici, infermieri e maestranze – hanno partecipato con il loro lavoro alla costruzione e al funzionamento dell’Ospedale in Fiera”.
REGIONE LOMBARDIA
In merito alle dichiarazioni rilasciate dal cantante Fedez sull’ospedale in Fiera di Milano, Regione Lombardia, nel sottolineare quanto “importanti, meritevoli e utili siano state tutte le raccolte di donazioni che hanno permesso di realizzare strutture e tensostrutture in cui ricoverare i pazienti più gravi, come quella organizzata dall’artista e da sua moglie Chiara Ferragni, accanto all’ospedale San Raffaele di Milano”, in una Nota precisa quanto segue.
“I posti letto di terapia intensiva che sono stati ricavati nella struttura realizzata grazie alle donazioni raccolte da Fedez e Ferragni – si legge nella Nota – erano 14 e non 150. All’ospedale in Fiera, invece, grazie alle donazioni di oltre 6.000 donatori privati, anche semplici cittadini, si è potuto realizzare un vero reparto di terapia intensiva con 157 posti letto, che ha potuto ricoverare e curare 538 pazienti”.
“Anche sui tempi di entrata in funzione delle due strutture – prosegue la Nota – occorre ricordare che dal primo paziente ricoverato nella tensostruttura del San Raffaele, il 23 marzo 2020, a quello ricoverato in Fiera, il 6 aprile 2020, sono trascorsi solo 14 giorni, motivati dalla differente complessità degli interventi e dal numero assolutamente più elevato dei posti letto messi a disposizione nell’ospedale in Fiera”.
“Tale precisazione – conclude la Nota – era doverosa da parte di Regione Lombardia per ringraziare ancora una volta i 6.000 donatori dell’Ospedale in Fiera che, con la loro grande sensibilità, hanno permesso di curare e salvare la vita a centinaia di malati. Questo episodio di generosità non deve rischiare di essere ‘svalutato’ da dichiarazioni imprecise e fuorvianti, che poco c’entrano con i gesti di solidarietà che tanti lombardi hanno manifestato durante la pandemia”