Fine Vita. Pro Vita Famiglia: ‘Consulta rigetti ricorso su eutanasia’

Appello dei Pro Vita alla Consulta

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“Auspichiamo che la Corte Costituzionale rigetti come infondato il ricorso sollevato dal Tribunale di Firenze sulla legittimità costituzionale dell’articolo 579 del Codice Penale, nella parte in cui punisce l’omicidio del consenziente ove ricorrano le condizioni già ammesse per la non punibilità dell’aiuto al suicidio, in riferimento alla vicenda di “Libera”, una donna toscana di 55 anni, affetta da sclerosi multipla progressiva, completamente paralizzata e per questo impossibilitata ad assumere da sola un farmaco per procurarsi la morte. Come giustamente evidenziato durante l’udienza pubblica di oggi dall’Avvocatura dello Stato, “non c’è un diritto a morire” e la Corte non può esprimersi su un caso futuro e ipotetico di una persona che aiuti un’altra a morire, poiché va riconosciuto “fino all’ultimissimo istante il diritto e il potere della persona di desistere dal proprio intento suicidario e di fare una scelta nel senso della vita”. Rigettando il ricorso, la Consulta rispetterebbe la sovranità del Parlamento, cessando di scavalcare il potere legislativo così come accaduto negli ultimi anni – basti ricordare l’ormai famosa sentenza 242/2019 sul caso Cappato/Dj Fabo – e ci auguriamo che di conseguenza anche il Senato faccia una scelta di vita bocciando sul nascere la grave e irricevibile proposta di legge sul suicidio medicalmente assistito che dovrebbe approdare in Aula nei prossimi giorni. L’unica legge accettabile è infatti quella, già esistente – la 38/2010 – che riguarda le cure palliative, mai la morte procurata spacciata come soluzione alle sofferenze”.

Così Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia onlus.

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