“Non si puo’ considerare la donna solo come madre o sposa, ma anzitutto per se stessa in quanto donna. La dimensione femminile della vita e del mondo oggi e’ balzata al centro dell’attenzione proprio nel momento in cui assistiamo nella societa’ contemporanea a tante forme tragiche e drammatiche di violazione delle donne.
Qui voglio dar voce al grido di dolore e alla piu’ intransigente condanna di tutte le forme di violenza sulle donne e sui bambini: in una societa’ avanzata, come ci vantiamo di essere, questo dramma e’ assolutamente incomprensibile e domanda una lotta senza quartiere contro tale cancro della vita umana e della societa’ civile.
E’ un orribile delitto che non si puo’ in alcun modo accettare!” Lo ha detto questa mattina il vescovo di Novara, monsignor Franco Giulio Brambilla, nel corso dell’omelia della festa di San Gaudenzio, patrono della citta’ piemontese e della diocesi, una delle piu’ vaste d’Italia, oltre 4200 chilometri quadrati. Un’omelia che, come vuole la tradizione, assume il senso di un discorso alla citta’.
Il Vescovo ha rivelato essere stata pensata il giorno dell’assassinio di Giulia Cecchettin, ed e’ stata interamente dedicata alla questione femminile.
“Non si deve parlare – dice tra l’altro mons. Brambilla – de “la donna”, ma delle donne; bisogna riferirsi sempre al contesto pratico, non solo operativo, ma creativo; e’ decisivo introdurre i temi del confronto nella vita quotidiana della casa, della cura, della relazione, dei sentimenti, dell’empatia, dei progetti, dell’educazione, del lavoro, della festa, del riposo, per accorgersi quali scenari nuovi si dischiudono davanti a noi”.
Il vescovo sottolinea come “le forme organizzative e decisionali nella Chiesa e nella societa’ (ministeri, consigli, servizi e rappresentanze, ecc.) sono tutte fortemente presidiate dal maschile, quando la presenza delle donne non sia sentita con fastidio e in concessione decorativa, senza effettivamente beneficiare delle azioni, decisioni e operazioni proprie della capacita’ femminile di potere e di fedelta’”.
E ha concluso: “abbiamo bisogno di piu’ uomini e padri nell’educazione per far crescere la vita in formato grande e di piu’ donne e madri nella vita sociale perche’ la societa’ sia di piu’ luogo della cura e dell’accudimento dell’umano e meno spazio della competizione e del mercato. Se diamo piu’ spazio alle donne, saremo piu’ umani e sara’ giunta finalmente l’ora della donna”.