RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – “Esistono ancora i sogni? In un mondo dove tutto arriva in un attimo. Esistono ancora le donne magiche ovvero quelle che riempiono tutta la tua esistenza? Partendo dal cuore fino al cervello.
Le farfalle nello stomaco e le sirene dell’anima. In una mattinata o pomeriggio di provincia si discuteva sulla trasmissione più fantastica per i nostri bisogni umani.
Le pulsazioni salivano nel vedere “Drive in” perché c’erano le ragazze maggiorate e sgambate.
Un veloce assaggio della vita amorosa e silenziosa fatta di 4 mura di cameretta e tanta fantasia.
Poi il più saggio mette sul piatto della discussione “Colpo Grosso”; la rima che io facevo non è adatta a un pezzo da divulgare.
Grosso era il nostro stupore come nelle edicole a sbirciare come dal buco della serratura come nei tanti film dove si sognava. Il volare con la fantasia portarsi via dall’agonia della realtà.
Ma la prima storia di queste parabole del nulla e del tutto che la grande provincia porta via ; ma non del tutto dai nostri sudati ricordi. La trasmissione era anni ’90 dove bisognava essere più vicini allo spettatore. Tutti i pomeriggi ragazze a iosa: ben 200!
Allietavano i pomeriggi di noi non troppo belli e vincenti. Non è la Rai: un colossal di ragazzine della porta accanto o vicine di banco.
Un sogno realizzabile. Perché avevi la speranza e potevi guardarle pure con le donne di casa. Lei sarebbe giusta per te; ma ha il collo troppo magro…
Una analisi corporale mentre le nostre membra erano impegnate a sognare cosa fare e dove portare le giovani starlette.
Uno spazio di autogestione televisiva sempre più chiaro dopo avere messo professori e professoresse in cantina. La giovane capoclasse era salita in cattedra senza asse di sostegno.
Figurine, diari e quaderni un completo di budget tutto per i giovani pretendenti.
Molto ragazzi marinarono la scuola per andare fuori dagli studi tv; come mi aveva confermato il dirigente Mediaset in pensione Gloriano Mazze. Ma in tutta Italia entrava la loro allegria e pure simpatia.
Anche se noi maschi eravamo incantati; erano odiate dalle altre ragazze perché sotto sotto erano invidiose. Perché anche loro potevano essere lì…
Iniziava la stagione dei provini di massa e la fiumana di gente nelle agenzie e in coda per fare i book. Una trasmissione che anche se non la guardavi ti obbligava a parlarne; ascoltarne il respiro video.
Usciva dal tubo ed entrava nei bar, palestre, oratorio e ogni mezzo di comunicazione bocca a bocca.
Erano pure i tempi delle lettere cartacee indirizzate con poesie o frasi passionali alle ragazze possibili o raggiungibili. Oggi sarebbero state bersaglio degli hater ma pure dei ‘mi piace’.
Comunque la discussione finisce ed ognuno va sul suo posto. Raccontare e ricordare il passato serve per essere felici o illudersi di esserlo stati.
Non dire mai che non vedevi non è la Rai.
Non dire mai che vedevi le ragazze della porta accanto come la compagna di banco!
Il piacere del ricordo è come il piacere dell’attesa; sublime e dolce come retrogusto”.