RICEVIAMO E PUBBLLICHIAMO – “Usciva 40 anni fa nelle sale un film che diventerà un cult. Un mito del cinema italiano: l’ allenatore nel pallone.
La consacrazione definitiva dell’attore pugliese Lino Banfi che all’età di 48 anni affronta una delle pellicole più belle ed impegnative della sua carriera.
Sempre commedia / comica ma molto più educata e contenuta. Senza scenette sexy e scollacciate ma molto più educata.
Affiancato dal duo romagnolo Gigi e Andrea, pure loro campioni della risata grassa e profonda.
Vengono messi a pennello in un film perfettamente riuscito dove ogni tassello è perfetto. Un film diventa bello quando il protagonista è bello se poi è pure bravo diventa un film interessante.
Con degli ottimi appoggi e spalle diventa un successo ma quando sono azzeccate tutte le parti e battute diventa un capolavoro.
Un sempre verde: non importa premi e successo perché diventa necessario come andare al cesso. Ormai sono 40 anni da quando è uscito nelle sale.
Rispecchia profondamente e fedelmente l’ambiente calcistico di quel periodo. Un improponibile ma non troppo per quegli anni colorati e coloriti. Una squadra con un presidente tutto di un soldo e attaccato alla rendita. Una bella moglie che ondeggia come la bandiera.
Poi ottimo l’ abbinamento con la salvezza e la tristezza di un ragazzo: Aristoteles alle prese con molti turbamenti. Io ho avuto l’ onore di intervistare: Urs Althaus
Una breve telefonata e un incrocio di messaggi e mail.
Era come toccare il cielo con un dito. Come quando alla camera dei deputati ho incontrato Lino Banfi. Un’Italia casereccia ma nobile e onesta.
Forse con tanti difetti ma con la simpatia e altri pregi.
Un’Italia pure autoironica e ironica senza andare troppo nel tragico ma sempre con la battuta pronta. Ecco ; le battute e le scene del film.
Ogni fotogramma me lo ricordo e ripeto alle pizze tra amici a memoria.
Un periodo dove andare in pizzeria era la scelta economica al ristorante.
Oggi devo fare un mutuo pure per un kebab panino. Le scene mitiche delle spaghettate in casa tra amici approfittatori e la foga dei tifosi.
40 anni e i miei primi quasi 50 in un periodo dove gli anniversari delle pellicole che ci hanno fatto sognare, paura, ridere e battere il cuore si accavallano.
Un film che in modo simpatico fa vedere che nel pallone c’era molto marcio.
Il protagonista simpatico ma dritto con la schiena non si inchina e salva oltre che la squadra il pallone. Forse nel pallone ci siamo finiti tutti noi.
Tenendo le cose brutte e perdendo la nostra unicità e particolarità. Forse siamo ancora così gretti e pittoreschi ma vogliano vederci diversi.
Sicuramente gli amanti del cinema impegnato non avranno il naso dritto a sentire il titolo di questo film ma la gran parte del pubblico avrà un dolce e allegro ricordo.
Il seguito del film non ha regalato quelle sensazioni forse per la mancanza di battute o forse perché i calciatori erano già personaggi TV e non se stessi.
Forse perché tutto è diventato show. Non ricordo una battuta tranne la voglia di rivedere il mito ma molto spesso è meglio non ripetere.
Forse perché nel calcio e nella vita non si ride più o non bisogna più ridere e fare vedere le proprie debolezze. Non è forse scherzando e sbeffeggiando che si rende non credibile un personaggio.
Forse quei personaggi erano naif ma consci del loro limite.
Oggi viviamo in un mondo di gente che si atteggia da super Uomo ma non ride più.
Fanno ridere ma la cosa peggiore che puoi fare oggi: satira, ironia e ridere.
Nel 1986 esce un film tratto da un libro di Eco Umberto dove non bisogna ridere ma la mia storia tutta di 40 anni compiuti continua con un altro capolavoro; Frankenstein Junior !!!!40???? A no; lì sono 50 ma certi capolavori ci fanno perdere il tempo.
Mettendoci tutti allegramente nel pallone”.
Massimo Moletti