Gli aggiornamenti di oggi dalla Redazione Spettacoli
MILANO (ITALPRESS) – Esce il triplo album dal vivo “CremoniniLive25” che cattura e traduce in musica la forza di un tour che ha attraversato 13 grandi stadi in tutto il paese, attirando centinaia di migliaia di spettatori rimasti rapiti da uno show che ha combinato narrazione visiva, scrittura musicale e una presenza scenica eccezionale, confermando Cesare Cremonini come uno dei performer più potenti e completi della musica italiana contemporanea. “Il guaio di questo tempo è l’imprecisione, non raccontare una realtà esistente – ha puntualizzato – Avere la libertà e il diritto della cura del dettaglio è ciò che manca per la precisione del racconto, cantare le cose che realmente aiutano”. C’è qualcosa di profondamente riconoscibile nel modo in cui Cesare Cremonini ha costruito negli anni la propria storia musicale: un cammino che non ha mai cercato scorciatoie, ma ha scelto la coerenza della sua crescita personale come nucleo espressivo della sua produzione e la cura artigianale della canzone come metodo. La sua traiettoria sembra muoversi secondo un principio non scontato nella musica pop: una storia musicale non come rincorsa, ma come espansione naturale del proprio mondo interiore.
“Amo che ci sia critica in quello che faccio ma nessuno ti dice che sei orrendo – ha ammesso – Sono voglioso di critica, perché è necessaria, che sia più viva e più arcigna affinché la musica viva nella discussione reale sulla musica: la purezza la stiamo smarrendo”. Dall’esordio generazionale di “50 special” alle composizioni più recenti, il pubblico non ha assistito soltanto all’evoluzione di un repertorio, ma alla costruzione di un immaginario emotivo condiviso. Cremonini intreccia vita e scrittura musicale, mantenendo una tensione creativa costante negli anni che lo distingue e lo rende unico nel panorama italiano. “Non mi sento arrivato, sono tempi difficili: quanta gente silenziosa abbiamo necessità di ascoltare – ha precisato – Ci sono canzoni che hanno urgenza di essere di questa epoca: so cos’è il dolore e non si può vivere senza un bisogno e seguo un sogno per sopravvivere, sempre”.
L’esperienza ‘live’ è diventata il punto in cui questa ricerca raggiunge la sua forma più nitida: il concerto come racconto, rito e architettura emotiva, non soltanto intrattenimento. “CremoniniLive25” arriva in un momento in cui la storia del cantautore sembra guardarsi indietro senza nessuna nostalgia e in avanti senza più bisogno di conferme: una tappa in cui le canzoni non documentano soltanto una carriera, ma un modo di stare dentro la musica, con naturalezza, libertà e una particolare forma di gentilezza artistica. “Il palco mi deve far abbandonare in un luogo di travestimento e di teatro – ha confidato – Riesco a riconoscermi perché è una paura e il pubblico ti mette alla prova con l’amore per la vita e la realtà scompare: credo sia necessario trasformare la vita delle persone attraverso l’evento della musica. Passare dal palco alla gente senza filtri è un cordone culturale puro”. L’album “CremoniniLive25” accompagnerà il pubblico ai 4 grandi eventi live della prossima estate con il CremoniniLive26 che toccherà alcuni luoghi iconici della musica in Italia, dal il Circo Massimo di Roma (6 giugno) all’Ippodromo SNAI La Maura di Milano (10 giugno), l’Autodromo di Imola Enzo e Dino Ferrari Music Park Arena (13 giugno) e alla Visarno Arena di Firenze (17 giugno).
“Avevo 13 anni e ascoltavo Battisti e i Queen: far parte di quella bigliografia della musica è veramente difficile ma avevo la cultura necessaria per capirle – ha osservato – Ho una passione così grande e un attaccamento a questa gente da quando avevo 6 anni che suonavo al pianoforte e 12 a scrivere canzoni: sono cresciuto in questa storia e non permetto a nessuno di mancare di rispetto alla mia storia perché mi sento figlio di questo mondo”. Il tour CremoniniLive25 ha confermato le straordinarie capacità da performer dell’artista e questo triplo album ne custodisce lo slancio: dall’apertura con “Alaska baby” al potente dittico “Dicono di me / Padremadre”, passando per “Ora che non ho più te”, già percepito come un nuovo classico della musica italiana contemporanea. C’è poi “La nuova stella di Broadway”, il piano e voce di “Vieni a vedere perché” e “Le sei e ventisei”, fino a una sorprendente versione di “Figlio di un re” con l’arista alla fisarmonica. Il finale è un crescendo che riunisce brani ormai centrali nel suo repertorio: “Poetica”, “Nessuno vuole essere Robin”, “Marmellata #25”, “Un giorno migliore”.
Tra i momenti più intensi del disco i tre incontri indimenticabili: Elisa in una versione profonda e magnetica di “Aurore boreali”, Luca Carboni, maestro e amico insieme, con i brani iconici “San Luca” e “Mare Mare”, Jovanotti, per la prima volta in duetto con l’autore di “Mondo” e in una reinvenzione travolgente de “L’ombelico del mondo”; non semplici collaborazioni, ma dialoghi musicali autentici che hanno già scritto nuove pagine di storia della musica italiana.
– foto ufficio stampa Cesare Cremonini –
(ITALPRESS).



















